Il 27 Novembre 2020, il Colonnello Monacci (Presidente della Sezione della Lega Navale Italiana di Livorno) ha presentato il progetto europeo a carattere ambientale “Science Together”, al quale la Sezione toscana parteciperà insieme ad ISPRA e CNR, e che avrà come testimonial Merope, la storica imbarcazione della Marina Militare. “Il progetto - come sostiene Monacci – ha lo scopo di unire scienza e società”.
L’ambiente diviene sempre più drammaticamente importante, soprattutto se si pensa che ne siamo i custodi per le generazioni future.
Alla conferenza ha partecipato Isabella Buttino (biologa marina ISPRA), che ha spiegato come si possa definire pulito un mare in cui le condizioni chimiche, fisiche e biologiche non minacciano le specie che lo popolano. La Buttino, inoltre, ha spiegato l’importanza del plancton, che nel mare la fa da padrone, in quanto alla base della catena alimentare.
Silvia Giuliani, (ricercatrice ISPRA) ha invece parlato dell’ormai imprescindibile binomio uomo – plastica. “Purtroppo è una convivenza assai difficile. Le plastiche arrivano dai fiumi per poi disperdersi negli oceani e tornare nuovamente sulla terraferma. Terra e mare sono connessi più di quanto immaginiamo”. In sintesi: non basta pulire le spiagge o mettere delle ‘panne’ nei fiumi affinché i rifiuti non arrivino in mare, ma “è basilare il senso civico dell’uomo, mattone fondamentale per l’edificio sostenibile che vogliamo costruire”, come ha sostenuto in risposta Monacci.
Alla riunione ha partecipato anche Paola Gennaro (ISPRA) che ha spiegato quanto il Mediterraneo sia un mare unico e che non ha assolutamente nulla da invidiare ai mari tropicali. Tuttavia, l’uomo impatta sempre più negativamente gli ambienti, facendo sì che la temperatura aumenti favorendo la proliferazione di mucillagini o agenti patogeni e inibendo la produzione di Carbonato di Calcio, fondamentale per i molluschi e non solo.
Luciano Masetti e Giacomo Tagliaferri (CNR) hanno invece spiegato come e quanto sia dannoso l’inquinamento luminoso (ad esempio per le tartarughe marine che anziché tornare verso il mare si avvicinano alle strade) e dei grandi periodi di siccità, alternati da bombe d’acqua.
Cosa possiamo fare per tutelare l’ambiente e il nostro mare? Innanzitutto capendo che i materiali sono ‘finibili’, imparando così a riciclare, riparare, riprogettare, ma soprattutto investire in educazione, istruzione e ricerca.