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È stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Animals MDPI un lavoro del team italiano composto da Rosario Balestrieri e Claudia Gili della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, Flavio Monti dell’Università di Siena, Emiliano Mori e Andrea Viviano del CNR IRET e Roberto Vento dell’Università di Palermo. Si tratta di un’indagine molto particolare sulla recente irruzione della gazza marina (Alca torda) – un uccello tipico dell’Atlantico settentrionale e dei mari del nord che nelle sembianze ricorda un pinguino – nei nostri mari e del ruolo dei social network nel monitoraggio di questo fenomeno.

Il gruppo di lavoro ha cercato nelle varie lingue e sui vari social network i post che documentavano la presenza della specie, consultando le banche dati di Citizen Science e diffondendo un form di raccolta dati tra i soci della Lega Navale Italiana. La ricerca ha descritto il movimento di irruzione di un imponente numero di individui di questa specie, che in modo anomalo hanno svernato nel Tirreno, spingendosi nel Canale di Sicilia, Mar Ionio, Adriatico fino a raggiungere a est la Grecia e a sud numerosi siti del Nord Africa. In alcuni di questi territori la specie non era mai stata rilevata, in altri non veniva osservata da circa un secolo. L’anomala presenza è stata facilmente rilevata anche dai cittadini privi di conoscenze ornitologiche, che in alcuni casi, non sapendo cosa potesse essere, hanno postato sui social foto dell’animale chiedendo informazioni al web.

Questa dettagliata raccolta dati ha consentito di produrre un quadro più chiaro sulla presenza e distribuzione di questa specie, facendo registrare un massimo di 747 individui in un sol giorno in Italia, nel tratto di costa che va dalla Liguria alla Calabria.

 

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FOTO: Rosario Balestrieri e Michelangelo Ambrosini

Partito a fine ottobre, il progetto “MetaSea”, finanziato dal MISE, vede capofila l’azienda “Digital Atom”, startup innovativa fondata nel 2016 da studenti di Architettura e di Economia dell'Università di Catania e specializzata nello sviluppo di applicazioni per la realtà virtuale, insieme, tra agli altri, alla Sezione della Lega Navale Italiana di Aci Trezza e all’Università di Catania. 

Il progetto “MetaSea” consiste nella riproduzione di un museo marino virtuale contenente interazioni ed informazioni sull’ecosistema marino, utilizzando strumenti ed attrezzature altamente tecnologici e sofisticati, quali visori che consentano la fruizione dei contenuti immersivi in realtà virtuale, oltre agli innovativi dispositivi informatici per la realizzazione di questo tipo di contenuti, come software di modellazione, renderizzazione, macchine fotografiche e videocamere impermeabili con una massima risoluzione, in grado di catturare incredibili immagini a 360°.

La Lega Navale di Aci Trezza è impegnata nel progetto a fornire supporto logistico, in particolare per la parte relativa alle attività in mare come immersioni e rilievi fotogrammetrici.

Frutto di contributi accademici e di esperti, legati alla valorizzazione dei musei marini, il progetto mira alla realizzazione di molteplici obiettivi:

  • Un portale web per la fruizione del Museo Virtuale dell’Archeologia Subacquea e degli Organismi Marini, dove sono illustrati attraverso immagini/schede e ricostruzioni 3D i reperti di provenienza subacquea presenti nei Musei;
  • Un sistema di esplorazione virtuale e ricostruzione dei siti archeologici sommersi coinvolti nel progetto;
  • Una rete di nodi sensori sottomarini innovativi, dispiegabili in modo flessibile per il monitoraggio ambientale, funzionale alla verifica dello stato di conservazione dei siti, e alla localizzazione dei subacquei, il tutto finalizzato alla definizione di best practice per promuovere la conoscenza e il tessuto dell’archeologia subacquea;
  • Percorsi di visita sia reali che virtuali in ambienti sommersi e subacquei.

A fine ottobre sono ufficialmente iniziate le immersioni e le riprese nei fondali antistanti Capo Mulini (Acireale). Il team ha completato per la prima volta le attività di allestimento del sistema SUEX SINAPSI per la mappatura del sito del “Relitto della Timpa". Successivamente, sono state effettuate le prime immersioni e riprese nei fondali nelle acque antistanti Aci Trezza per la documentazione del sito al fine di individuare e pianificare, insieme al team tecnico-scientifico, l'acquisizione delle immagini. Il progetto potrà operare anche su altre aree oltre a quelle sopra citate, come il Parco Marino delle Egadi, di concerto con la Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia.

 

FOTO: Puccio Di Stefano

Con la partecipazione di due classi delle scuole medie di Gavorrano, accompagnate dai rispettivi insegnanti, la VAB, la Capitaneria di Porto, i Comuni di Scarlino e di Follonica, il Feeldive Diving Center Scarlino,il Porto Verde srl e l'organizzazione della LNI Sezione di Follonica,si è tenuta la giornata ecologica A...MARE IL MARE 2022.

Alle ore 8:30 sono arrivati i due scuolabus che portavano le classi 2°A e B della Scuola media di Gavorrano accompagnate dagli insegnanti Giacomo Pagliai, Gloria Berretti, Andrea Angius, Tiziana Benocci e Caterina Temperini. Ad attenderli presso lo scivolo della Fiumara del Puntone di Scarlino, c'erano gli organizzatori della Sezione Follonichese della Lega Navale Italiana con in testa il neo-presidente Fausto Meciani e collaboratori, gli addetti della V. A. B., i soci del Circolo Nautico Calaviolina, i soci del Circolo Nautico Scarlinese, la Sindaca di Scarlino Sig. ra Francesca Travison, il consigliere Gianni Ramazzotti e l'assessore del comune di Follonica Alessandro Ricciuti.

Purtroppo, a causa delle condizioni meteo marine avverse i numerosi sub del Gruppo Sub della LNI Sezione di Follonica e le barche del circolo Nautico Cala Violina non sono potuti uscire in mare e si sono aggiunti agli studenti per effettuare la pulizia della spiaggia e della duna retrostante. Solo due subacquee, Giada Cacco e Stefanella Zambelli Mariani del Feeldive Scarlino Diving Center, accompagnate dal sub esperto Luciano Cipriani, sono riuscite a scendere in mare per andare a liberare un relitto dalle reti e cime impigliate.

Il nutrito gruppo di volontari che si è dedicato alla pulizia della spiaggia, alla fine delle tre ore di ricerca e raccolta rifiuti, si è ritrovato sullo scivolo della Fiumara dove è stato ammonticchiato il pattume tolto dalla spiaggia e dalla duna.

Simone Paradisi di TV9 ha effettuato le riprese di tutte le fasi dell'operazione ed una serie di interviste ai partecipanti cogliendo la consapevolezza dei ragazzi e dei loro accompagnatori  nel piacere di restituire al territorio una situazione priva di plastiche, copertoni di auto, ombrelloni e sedie abbandonati, cicche di sigarette, mascherine e guanti in lattice.

Il tutto è andato ad aggiungersi alle reti, cime e palamiti abbandonati e recuperati dal gruppo sub ed infine il camion di SEI ha raccolto e smaltito tutto il materiale recuperato.

Parole di elogio per l'operazione sono state indirizzate ai professori accompagnatori, ai ragazzi, ai volontari, alla VAB, alla CP da parte della Sindaca e da parte di Alessandro Ricciuti giunto in rappresentanza del Comune di Follonica.

La giornata di alto valore ambientale si é conclusa con l'intenzione di ripetere l'operazione in primavera, sperando in condizioni meteo marine più favorevoli.

 
Nel Mediterraneo, più precisamente nel bacino corso-ligure-provenzale, c’è una concentrazione eccezionale di cetacei che proprio qui, grazie all’abbondanza di nutrimento, hanno trovato un habitat ideale. Le specie di mammiferi che frequentano regolarmente questa area sono otto: capodoglio, balenottera comune, stenella striata, grampo, globicefalo, tursiope, zifio e delfino comune. Così, proprio perché è considerata tra le più importanti per l’alimentazione e la riproduzione dei mammiferi marini, quest’area circa venti anni fa è stata selezionata per la creazione del santuario Pelagos per la protezione dei mammiferi marini, un unicum nel Mediterraneo sia per le finalità che persegue, sia per le sue caratteristiche di gestione. Protetto in virtù di un accordo internazionale, sottoscritto a Roma nel 1999 tra Francia, Italia e Principato di Monaco ed entrato in vigore nel 2002, il Santuario è un’Area Specialmente Protetta d’Importanza Mediterranea (ASPIM) ai sensi della Convenzione di Barcellona del 1976 e si estende su una superficie di 87 500 chilometri quadrati. Il versante italiano interessa Liguria, Toscana e Sardegna settentrionale. Tante specie diverse di cetacei devono però coesistere in un’area caratterizzata da elevati livelli di pressione antropica, che ne minacciano la sopravvivenza. Primo fra tutti l’elevatissimo traffico marittimo. 
 
 
L’accordo Pelagos nasce proprio per promuovere azioni comuni per la tutela dei cetacei e del loro habitat da tutte le cause di turbativa dovute alle attività umane. Inquinamento acustico, collisioni con le grandi imbarcazioni, catture accidentali nelle reti da pesca, inquinamento chimico e biologico di origine terrestre, inquinamento da plastiche, perturbazioni causate dal mancato rispetto del Codice di buona condotta Pelagos/ACCOBAMS ne sono un elenco parziale. L’ambiente marino, lo sappiamo, è un patrimonio prezioso che appartiene a tutti e i cetacei svolgono un ruolo chiave nel mantenimento degli equilibri ecosistemici. Noi possiamo prendere parte attiva alla salvaguardia dei mammiferi marini di Pelagos anche grazie al programma di citizen science ideato da Tethys, la ONG italiana che dal 1986 fa ricerca scientifica nel Santuario e, allo stesso tempo, contribuisce alla sensibilizzazione, anche attraverso il coinvolgimento come volontari di persone da tutto il mondo. Nell’ambito di questo progetto educativo rientrano le crociere di ricerca organizzate dall’istituto nel Mar Ligure, a bordo di un’imbarcazione che può ospitare 11 persone oltre al team di ricerca e skipper.
 
 
Non sono richiesti requisiti specifici, se non grande passione e spirito di adattamento perché si parteciperà attivamente a tutte le attività, sia quelle di ricerca sia alla normale vita di bordo, cucina e pulizie incluse. Le quote/donazioni dei partecipanti vengono impiegate dalla Onlus a parziale copertura dei costi della ricerca. Chi sceglie di fare questa esperienza ha l’opportunità di imparare e sperimentare le diverse tecniche di indagine e l’uso della strumentazione. A bordo, inoltre, ogni giorno si tengono lezioni per i partecipanti al programma di citizen science, momenti dedicati espressamente alla sensibilizzazione. Le crociere durano una settimana, volendo anche due, ed essendo la barca impegnata in lavoro di ricerca non ha l’obbligo di rispettare il codice di condotta previsto invece per i diportisti e gli operatori di whale watching, offrendo così un punto di osservazione unico. Ciò non significa che non si cerchi in ogni modo di limitare il più possibile di disturbare le diverse specie di cetacei. 
 
 
Responsabile del Cetacean Sanctuary Research, uno dei due progetti a lungo termine dell’Istituto Tethys, è Sabina Airoldi che ci ha spiegato la fondamentale importanza di proteggere i cetacei del Mediterraneo. “Queste specie, protette da tutte le convenzioni internazionali, si trovano al top della rete trofica e quindi, proteggendo loro, si protegge tutto l’ambiente in cui vivono. Infatti, sono definite specie ombrello”. Parliamo, insomma, di una sorta di reazione a catena per cui quando si riesce a mitigare gli impatti di origine antropica su di loro, che sono anche molto sensibili, agli inquinanti per esempio, si finisce per difendere tutto l’ambiente in cui vivono. “Non dimentichiamo poi” – ci ricorda – “che sono animali iconici, carismatici, e quindi un perfetto ponte tra scienza e sensibilizzazione”. Ma la vera notizia bomba la dottoressa la tiene per ultima. “I più recenti studi finanziati dal Fondo Monetario Internazionale hanno evidenziato quanto i grandi cetacei giochino a favore della lotta contro i cambiamenti climatici ‘fertilizzando’ il fitoplancton. Questa componente fondamentale degli oceani produce circa il 50 percento dell’ossigeno presente nell’atmosfera e assorbe il 40 percento della CO2 prodotta dalle diverse attività umane”. È evidente che il fitoplancton è fondamentale. Questo è composto da alghe unicellulari, invisibili a occhio nudo, che stanno sulla superficie dell’acqua poiché hanno bisogno di luce per la fotosintesi. Hanno però bisogno anche dei nutrienti, che invece si trovano sui fondali. “I grandi cetacei” – prosegue – “con i loro movimenti verticali lungo la colonna d’acqua (il capodoglio arriva fino a 1500 metri) portano in superficie quei nutrienti necessari al fitoplancton che stanno sul fondo e li mettono a disposizione delle alghe unicellulari”. Per non parlare delle deiezioni delle balene, che sono ricchissime in ferro e altre sostanze fondamentali per la fertilizzazione del fitoplancton. Per finire, questi cetacei trasportano il fitoplancton dalle zone ricche a quelle più povere durante le loro migrazioni. Persino morendo, finendo a grandi profondità, sottraggono tonnellate di carbonio dall’ambiente. Insomma, difendere i cetacei vuol dire difendere l’intero ecosistema marino. Pelagos è la loro grande casa nel Mediterraneo e un bene prezioso per il nostro mare.
 
Articolo di Marina Viola pubblicato nel numero di settembre-ottobre 2022 della rivista "Lega Navale"
 
Foto: Whale Watch Liguria, Santuario Pelagos
 
 
Il numero completo della rivista di settembre-ottobre 2022 è disponibile qui: https://www.leganavale.it/post/47690/rivista-lni-settembre-ottobre-2022
 

È partito il monitoraggio della gazza marina (Alca torda), un'iniziativa nata da un progetto promosso dalla Sezione della Lega Navale Italiana di Napoli in collaborazione con i ricercatori della Stazione Zoologica "Anton Dohrn". Presso la Lega Navale di Napoli si stanno tenendo dei PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) che si concretizzano in alcuni corsi di biologia marina per studenti delle scuole di Napoli svolti dai ricercatori della SZN.

La Stazione Zoologica "Anton Dohrn" è un Ente Pubblico di Ricerca e la sua missione primaria è la ricerca sui processi fondamentali della biologia, con specifico riferimento agli organismi marini e alla loro biodiversità, in stretto legame con lo studio della loro evoluzione e della dinamica degli ecosistemi marini. Questo progetto vuole infatti cogliere l’occasione per monitorare una specie particolarmente sensibile nonché “testimone” dei cambiamenti climatici. 

La gazza marina (Alca torda) è un uccello marino simile ad un pinguino che non ha perso la possibilità di volare, di abitudini pelagiche, nidifica sulle coste e sulle isole dell’Europa nord-occidentale, Groenlandia e America nord-orientale. In inverno si allontana dalla costa e si disperde nell’Atlantico settentrionale, giungendo a sud fino alle Canarie ed entrando con pochi individui nel Mediterraneo occidentale. È una specie ittiofaga e può raggiungere le sue prede fino a 120 metri di profondità. In Italia la si osservava sporadicamente nel Mar Ligure, soprattutto da fine novembre ad inizio marzo.

In questi ultimi giorni si stanno susseguendo numerose osservazioni di gazza marina nei mari italiani che fanno supporre ad un’anomala migrazione “di invasione” da parete di questa specie artica. Di norma nei mari italiani si registrano un paio di osservazioni l’anno nella maggioranza dei casi nel Mar Ligure. Alla data del 27 novembre, sono stati censiti in Liguria ben 450 individui, una presenza tanto massiccia quanto anomala che la specie non aveva mai fatto registrare prima d’ora. Oltre ai numeri record nel Mar Ligure, vari altri individui sono stati osservati sulla costa ovest dell’Italia fino in Calabria, con ben 11 individui nel Golfo di Napoli il 25 novembre (dove la specie non veniva segnalata dal 1928). Varie presenze sono state segnalate anche intorno alle isole maggiori (Sardegna e Sicilia). Al momento gli individui più ad est rilevati si sono spinti fini al Mar Ionio, esattamente a Taranto e Porto Cesareo (Lecce).

 

Come partecipare al monitoraggio

I soci LNI che desiderino contribuire al monitoraggio possono segnalare questa particolare presenza ornitologica, inviando i dati attraverso QUESTO FORM tramite cui sarà semplice comprendere come riconoscere la specie, fornire i dati pregressi delle ultime due settimane e continuare a inviare segnalazioni nel futuro, per tutta la durata dell’inverno.  Il form è concepito nel pieno rispetto delle leggi sulla privacy non richiedendo al socio alcun dato sensibile.

Viene illustrata nella parte iniziale la specie e le caratteristiche che ne semplificano l’identificazione. Si prosegue con una domanda tesa a comprendere se chi compila il form si è fatto un’idea dell’aspetto della gazza marina rispetto ad altre specie acquatiche. Si chiede al socio la sede di riferimento, questo campo non è obbligatorio in quanto il socio potrebbe avere fra i conoscenti dei non soci che hanno effettuato delle osservazioni interessanti, a cui è invitato ad invitare il form per recuperare questi dati. Si chiede a chi compila il questionario di ubicare nel tempo e nello spazio la propria osservazione, fornire il numero di individui e se possibile il materiale fotografico. 

Nel form viene fornito l’indirizzo mail che il socio può contattare in caso di dubbi o difficoltà della compilazione.

Si è conclusa oggi la seconda edizione di Green Blue Days, il forum sulla sostenibilità sistemica che si è svolto quest’anno a Taranto dal 9 all’11 ottobre.

È-Vento è stata la parola chiave della tre giorni di incontri tematici ed esibizioni sullo sviluppo sostenibile che si è aperta domenica scorsa con una veleggiata nel Golfo di Taranto. L’edizione 2022 è partita all’insegna del mare e dello sport con un’iniziativa coordinata dalla Sezione della Lega Navale Italiana di Taranto e dalla Marina Militare che ha registrato la presenza di quasi 50 imbarcazioni che hanno navigato a vela in Mar Grande in una bella giornata di sole. Nella stessa giornata, la Sezione della Lega Navale ha accolto  i partecipanti all’evento nella sua bella sede sul mare per un aperitivo inaugurale. L’appuntamento è stato arricchito dalla firma di un Protocollo d’intesa tra la Lega Navale di Taranto e il locale Ordine degli Ingegneri e dall’incontro del Presidente Nazionale della LNI Marzano con gli atleti della Sezione di Taranto. L’accordo, siglato dal Presidente della Sezione Flavio Musolino e dal Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Taranto Luigi De Filippis, mira all’abbattimento delle barriere architettoniche in Sezione e a favorire l’accessibilità allo sport per tutti, facendo seguito all’intesa sottoscritta a livello nazionale lo scorso 2 maggio a Roma. Nel corso della serata, il Presidente Marzano ha incontrato e premiato la vogatrici della Sezione di Taranto vincitrici del Campionato italiano assoluto specialità Lance 10 remi e salutato i giovani atleti del gruppo canoa velocità che saranno protagonisti il prossimo 15 ottobre del Trofeo Nazionale LNI-FICK a Sabaudia.

Il 10 ottobre, il Presidente Marzano ha presenziato all’inaugurazione del Forum di Green Blue Days insieme a numerose autorità civili e militari. Hanno portato il loro saluto il Sindaco di Taranto, Dott. Rinaldo Melucci, il Sottocapo di Stato Maggiore della Marina Militare, Amm. Giuseppe Berutti Bergotto, il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Mar Ionio-Porto di Taranto, Dott. Sergio Prete, il Rettore dell’Università degli studi di Bari Aldo Moro (UniBa), Prof. Stefano Bronzini, il Presidente dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR), Prof. Antonio Uricchio, il Direttore del Dipartimento Jonico di UniBa, Prof. Paolo Pardolesi, il Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Ing. Giorgio Saccoccia e il Direttore del CNR IRISS, Dott. Massimo Clemente.

Nel suo intervento, l'Ammiraglio Marzano ha parlato delle quattro aree che costituiscono la missione istituzionale della Lega Navale Italiana da 125 anni: salvaguardia dell’ambiente marino, diffusione della cultura del mare, promozione della nautica solidale e dello sport per tutti. Il Presidente della LNI ha illustrato, in particolare, le iniziative che riguardano la diffusione tra i giovani del rispetto e della protezione del mare dall’inquinamento, il monitoraggio dell’ambiente marino grazie alla collaborazione scientifica con università ed enti di ricerca, oltre alle campagne di pulizia dei fondali e delle spiagge organizzate dalle Sezioni su tutto il territorio nazionale. Ne è un esempio il progetto NauticAttiva, un’applicazione recentemente realizzata in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Bari Aldo Moro che ha visto come operatori attivi nel monitoraggio delle plastiche e della flora e della fauna marina le Sezioni LNI di Brindisi, Mola di Bari, Taranto e Trani.

Il Presidente Marzano ha poi espresso il proprio plauso e ringraziamento alle organizzatrici di Green Blue Days, Sonia Cocozza, Elisabetta Masucci e Rosy Fusillo.

 

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Dalla prima edizione del Salone Nautico di Venezia nel 2019, una grande attenzione è stata dedicata alla progettazione navale innovativa e sperimentale. Anche per il 2023 la manifestazione prevede di riservare degli spazi, all’interno dell’Arsenale, da dedicare a designer professionisti o studenti, singoli o associati, che possano esporre studi e progetti di barche di ogni tipologia e materiale durante i giorni del Salone, che si terrà quest'anno dal 31 maggio al 4 giugno.

A tale proposito, è stato promosso un bando internazionale per la presentazione del design più avanzato sia per ciò che riguarda la struttura di unità a motore e a vela sia per quanto concerne gli arredi degli interni, la componentistica e le propulsioni, con particolare enfasi sulla sostenibilità ambientale.

Possono candidarsi professionisti e studenti, singoli o associati, o società che hanno realizzato e/o semplicemente ideato progetti e studi di barche di qualsiasi tipologia e materiale. L’edizione 2023 verrà rivolta a progetti di imbarcazioni senza limiti dimensionali o parti delle stesse, i partecipanti saranno chiamati a elaborare proposte sul tema: “Soluzioni innovative per la sostenibilità e la flessibilità d’uso di unità charter da diporto. Concept per la progettazione e la gestione del ciclo di vita di unità a noleggio, con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale.”

La partecipazione è gratuita e può avvenire singolarmente o in gruppo. I progetti potranno riguardare: unità a vela o a motore; monocarena o multiscafi; e anche parti specifiche di queste, quali ad esempio: la carena, la struttura, i sistemi di propulsione e/o la componentistica di dettaglio. Potranno essere presentati studi e progetti realizzati o non realizzati negli ultimi cinque anni, anche già presentati in occasione di concorsi di progettazione, pubblicati in riviste di settore e non, la cui titolarità dovrà essere dichiarata in fase di candidatura. I candidati dovranno obbligatoriamente iscriversi attraverso la compilazione del form di iscrizione, allegando la documentazione richiesta entro il giorno 14 marzo 2023, data di chiusura del bando.

Per ulteriori informazioni e per partecipare, è possibile consultare il bando
https://www.visitmuve.it/it/collabora/bando-per-la-selezione-di-studi-progetti-di-barche/

 

Contatti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

FOTO: MUVE Yachts Projects

Il progetto “nauticAttiva”, nato dalla collaborazione tra la Lega Navale Italiana e l’Università degli studi di Bari “Aldo Moro”, mira a raccogliere informazioni e segnalazioni sui rifiuti in mare e sull’avvistamento di specie marine di interesse conservazionistico. L’approccio citizen science, basato sulle attività di monitoraggio di cittadini formati, integrato con l’uso di una app per smartphone, ha consentito di sviluppare un metodo innovativo per raccogliere osservazioni fotografiche georeferenziate sulla presenza di plastiche e microplastiche nell’ambiente marino e costiero del Sud Italia.

L’app iNaturalist-nauticAttiva, disponibile per iOS e Android, è stata sviluppata dai ricercatori dell’Università di Bari e quattro Sezioni pugliesi della Lega Navale Italiana (Brindisi, Mola di Bari, Taranto e Trani) hanno fornito il loro contributo nella fase di monitoraggio. L'app ha permesso di ottenere automaticamente immagini georeferenziate e di classificare gli elementi catturati nelle foto. Questo approccio è stato sviluppato come fase preparatoria per la pianificazione di successive attività di monitoraggio e strategie di bonifica per l'inquinamento da plastica.

Un primo studio è stato pubblicato negli scorsi giorni sulla rivista scientifica internazionale Marine Pollution Bulletin. L'attività di raccolta dati è iniziata a gennaio di quest’anno e da marzo a giugno sono state raccolte osservazioni da parte di circa 20 soci delle Sezioni LNI di Brindisi, Mola di Bari, Taranto e Trani, con un centinaio di osservazioni complessive in Puglia, Sicilia e Sardegna. Grazie al contributo dei soci LNI è stato possibile ottenere i dati immediatamente, aumentando la qualità delle informazioni raccolte in termini di tempestività.

I risultati del progetto “nauticAttiva” mostrano come i polimeri più abbondanti siano relativi ad attività ricreative svolte direttamente sulle coste, che determinano l'accumulo di materiali di plastica come tappi e coperchi di bottiglie di plastica inferiori o uguali a mezzo litro. I secondi polimeri in termini di abbondanza sono invece relativi alle attività oceaniche e fluviali, come pezzi di rete e boe.

 

Per approfondire, la versione originale dell’articolo è disponibile qui: https://drive.google.com/file/d/1HduPaNxFwNwPeV2Sh3BhnGLnmvdgVpCX/view?usp=sharing

 

 

 

Dal 9 all’11 ottobre Green Blue Days torna con un’edizione itinerante a Taranto. Il primo forum sulla sostenibilità sistemica guarda al Sud come laboratorio d’idee per la Generazione Z, accogliendo al suo interno i massimi esperti in sostenibilità a livello nazionale ed internazionale e progettualità speciali in chiave sostenibile nell’area dedicata alle Exhibition. Ambasciatrice anche per la II edizione la conduttrice TV Veronica Maya.

L’iniziativa si svolgerà in due location d’eccezione – Ex Caserma Rossarol, Sede del Dipartimento Jonico dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e Castello Aragonese - dove avranno inizio i talk sulla sostenibilità, in modalità agorà, raccontati anche attraverso un percorso educational costruito con progetti speciali realizzati dal Politecnico di Bari, dall’Ordine degli Architetti di Taranto, dall’Enea, da designer indipendenti e da aziende produttrici.

La città di Taranto diventa il luogo giusto in cui narrare la transizione, evidenziando le realtà virtuose territoriali, portate avanti da giovani start up, associazioni, collettivi ed aziende, partendo dalla parola Vento, che aprirà i lavori il 9 ottobre con una Veleggiata con oltre quaranta imbarcazioni. L’iniziativa è coordinata dalla Sezione della Lega Navale Italiana di Taranto e dalla Marina Militare in sinergia con le Università Aldo Moro di Bari - Dipartimento Jonico ed il Politecnico di Bari. Ospiti d’onore, Nave Magnaghi e Nave Palinuro della Marina Militare. Con un approccio multidisciplinare, la veleggiata rappresenta un’opportunità di confronto tra atleti, docenti, giovani su come lo sport sia vettore trainante a livello economico, sociale ed ambientale.

Il 10 ottobre si terrà la cerimonia inaugurale del Forum alla presenza di numerose autorità civili e militari. Il Presidente Nazionale della Lega Navale Italiana, Amm. Donato Marzano, interverrà con un indirizzo di saluto.

Creare condizioni di incontro tra tanti soggetti, coinvolgendo in particolar modo i giovani attraverso azioni concrete, sono questi alcuni degli obiettivi principali che le fondatrici della manifestazione Sonia Cocozza, Rosi Fusillo ed Elisabetta Masucci attivamente impegnate a diffondere la sostenibilità sistemica, mettono in moto in ogni edizione, facendo rete, sostenendo le progettualità di giovani start up, di designer indipendenti, di produttori.

L’obiettivo è quello di promuovere, divulgare e di sensibilizzare, con un linguaggio accessibile e trasversale, giovani e meno giovani alla cultura della sostenibilità, intimamente connessa al territorio. Una direzione concreta, che ha già visto tanti di loro a lavoro lo scorso 27 settembre con il Taranthon, il primo Hackathon per la città di Taranto firmato Green Blue Days che ha coinvolto aziende nazionali nel lancio di alcune sfide sostenibili. Otto sfide per otto gruppi e più di cinquanta ragazzi a lavoro.

Martedì 27 dicembre si è tenuto un webinar sull'inquinamento ambientale nel campo marittimo e le possibili soluzioni tecnologiche organizzato dalla Presidenza Nazionale della Lega Navale Italiana su proposta del Centro Culturale per la Formazione Nautica (CCFN).

L'evento ha fatto rilevare un grande interesse per il tema da parte dei soci LNI e di tutti i partecipanti.

La conferenza, moderata dal C.A. (ris) Vincenzo De Luca, è stata aperta dal Direttore del CCFN, Cav. Ivo Emiliani che ha ricordato i lavori in fase di sviluppo del Centro Culturale per la Formazione Nautica LNI e ha definito l’evento un “prototipo” preludente a una serie di analoghi incontri di carattere formativo e informativo il cui programma per il 2023 sarà reso noto nelle prossime settimane.

È seguito l’intervento di saluto del Presidente Nazionale della Lega Navale Italiana, Amm. Donato Marzano che ha tracciato un quadro dell’articolata attività della Lega Navale Italiana nella diffusione della cultura del mare e nella formazione nautica. Il Presidente LNI ha rimarcato il suo totale supporto all’iniziativa del CCFN, coerente con i valori e l’indirizzo istituzionale della Lega Navale.

"Un'occasione importante per riflettere sulla protezione ambientale del nostro mare, elemento vitale che da anni purtroppo stiamo attaccando. Questo webinar dimostra che la formazione nautica del socio della Lega Navale Italiana è composta di tanti aspetti diversi. Non solo la capacità di condurre un mezzo a vela o a motore, ma anche quella di saper approcciare il mare a 360° occupandosi di sicurezza, di tecnologia e di protezione dell'ambiente marino. Questi sono gli elementi positivi e distintivi della formazione in Lega Navale", ha affermato il Presidente Marzano nel suo intervento.

L’incontro è proseguito con una relazione a cura del Prof. Tommaso Coppola, membro del CCFN e docente di Costruzioni Navali e Sicurezza della nave presso la Facoltà di Ingegneria Navale dell’Università “Federico II” di Napoli.

Il relatore ha presentato il problema dell’inquinamento chimico legato al traffico marittimo e le tecnologie di oggi e domani per eliminare l’impatto ambientale delle navi. Particolare enfasi è stata rivolta ai nuovi combustibili (idrogeno, gas naturale, ammoniaca e metanolo) e alle nuove tecnologie (celle a combustibile e nuovi motori a combustione interna) che potranno migliorare la situazione nel prossimo futuro. Il webinar si è concluso con la discussione legata principalmente ai combustibili alternativi prodotti in Italia (Ammoniaca e Metanolo) e alla possibilità di ricavare idrogeno direttamente sulle navi partendo dall’acqua di mare.

 

Le slide proiettate durante l'evento dal Prof. Coppola sono disponibili nell’Area soci del Portale della Lega Navale Italiana (www.leganavale.it).

 

FOTO: European Environment Agency - European Union

Il Presidente Nazionale della Lega Navale Italiana, Amm. Donato Marzano, insieme ai rappresentanti di diverse associazioni del cluster marittimo nazionale, ha sottoscritto la richiesta avanzata da Marevivo al governo in merito alla rapida promulgazione dei decreti attuativi della "Legge Salvamare", pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 10 giugno scorso.

La "Legge Salvamare" si presenta come uno strumento efficace e concreto, sostiene Marevivo nella lettera indirizzata al Presidente del Consiglio dei ministri Meloni, al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Pichetto Fratin e al Ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare Lollobrigida, che “avrà un impatto ambientale immediato e concreto sulla salute dei nostri mari, laghi e fiumi, contribuendo a un ulteriore sviluppo dell’economia circolare e riconoscendo il ruolo dei pescatori nella raccolta dei rifiuti dal mare.”

Tra gli aspetti principali, la "Legge Salvamare" consente ai pescatori che recuperano rifiuti in mare di poterli portare a terra e provvedere allo smaltimento senza doverne sostenere i relativi costi o rischiare di essere denunciati penalmente per trasporto illegale di rifiuti. La legge mira, inoltre, a promuovere attività di sensibilizzazione sul riciclo dei rifiuti e di formazione nelle scuole.

Venerdì 30 settembre, in occasione della "Notte dei Ricercatori” a Matera presso la sede della Lega Navale Matera-Castellaneta, si è tenuto un importante confronto sui cambiamenti climatici ed i suoi effetti sulle spiagge, a partire da uno studio sull’area pilota di Metaponto, nonché sul tema della difesa e della valorizzazione delle coste della Basilicata.

La ricerca sul territorio lucano è stata portata avanti dall’Università della Basilicata grazie alla preziosa direzione scientifica del Prof. Michele Greco, con la collaborazione della Lega Navale Italiana e della Società Nazionale di Salvamento. Lo studio sull’indice di sicurezza del litorale di Metaponto diventerà un progetto pilota negli standard di sicurezza per la balneazione.

Ambiente, ricerca, innovazione e contrasto ai cambiamenti climatici, sfide europee a cui si può rispondere con progetti all’avanguardia e con le linee di investimento del PNRR sono i temi trattati dal Sottosegretario agli affari europei, On. Enzo Amendola.

L’impatto dei cambiamenti climatici sulle comunità e sull’economia costiera rappresenta un ambito di particolare interesse perché l’esistenza stessa della costa è sensibilmente legata alle dinamiche del mare, che può creare opportunità ma anche forti criticità. Questo è stato l’approfondimento proposto nella relazione scritta inviata dal Presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia (ANCI), Antonio Decaro.

L’Assessore all’Ambiente, al Territorio e all’Energia della Regione Basilicata, Cosimo Latronico si è soffermato sull’innalzamento del livello del mare che a seguito per l’appunto dei cambiamenti climatici in atto, soprattutto per le nostre realtà del Mediterraneo e specificatamente per la Basilicata, significa da subito perdita di habitat naturali ed antropici, stravolgimento delle economie costiere e perdita di suolo, costringendo l’ambiente antropico e le città costiere a doversi allontanare lasciando luoghi e valori.

La “Notte dei Ricercatori” è un’iniziativa promossa dalla Commissione Europea dal 2005 che coinvolge ogni anno migliaia di ricercatori e istituzioni di ricerca in tutti i paesi europei, con l’obiettivo principale di creare occasioni di incontro tra mondo della ricerca e le comunità di cittadini per diffondere la cultura scientifica e la conoscenza delle professioni della ricerca in un contesto informale e stimolante.

L’incontro è stato organizzato dall’Università di Basilicata, dalla Sezione della Lega Navale di Matera-Castellaneta e dalla Società Nazionale di Salvamento con la volontà di diffondere e divulgare la conoscenza condividendola nella maniera più diretta ed immediata, rendendo quanto mai accessibili alcuni temi, anche difficili, che spesso occupano le prime pagine dei notiziari e che richiamano l’attenzione e la curiosità del cittadino comune, così come stimolare i giovani ad osservare in maniera critica ciò che accade intorno a loro e nel mondo.

Il convegno è stato moderato dal giornalista Francesco Bianchi e coordinato dal dirigente del Centro di Educazione Ambientale della locale Sezione della Lega Navale, Marco Pagano. Hanno partecipato: Michele Greco dell’Università degli Studi di Basilicata; Enzo Amendola, Sottosegretario di Stato per gli affari europei (da remoto); Francesco Arbia, vice presidente dell’Ordine dei Geologi di Basilicata; Cosimo Latronico, Assessore all’Ambiente della Regione Basilicata e Francesco Simonetti della Società Nazionale di Salvamento. È stato letto un intervento scritto di Antonio Decaro, Presidente Nazionale ANCI e portato il saluto della Delegata della Lega Navale Italiana per la Puglia e la Basilicata, Francesca Zei, che si è fatta promotrice di questo evento per la Presidenza Nazionale della LNI.

L’obiettivo dell’Università, della Lega Navale e della Società Nazionale di Salvamento, condiviso dalla Regione Basilicata, è di coinvolgere i sindaci, le comunità e gli operatori economici del territorio costiero affinché lo studio pilota sugli indici di sicurezza delle spiagge possa essere ampliato all’intera Regione.

 

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