Per offrirti il miglior servizio possibile questo sito utilizza cookies. Continuando la navigazione nel sito acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy. 

 

La spedizione di Greenpeace “C’è di mezzo il mare” fa tappa nel Santuario dei Cetacei per un evento inedito. Sabato 3 giugno la Lega Navale Italiana-Delegazione di Capraia Isola e Abbracciamoli Onlus hanno organizzato una traversata a nuoto a staffetta non competitiva durante la quale nuotatrici e nuotatori si alterneranno per attraversare il canale di Corsica, da Macinaggio al Porto dell’Isola di Capraia. La manifestazione si svolgerà nelle acque del Santuario dei Cetacei con la collaborazione di Greenpeace, che ha sostenuto sin da subito l’iniziativa, oltre a CNR-IAS, Club Nautique de Macinaggio, LAMMA Meteo, CMCC Foundation, Distribuzione Defibrillatori e Società Nazionale Salvamento che hanno fornito risorse logistiche e tecniche indispensabili.

I 18 nuotatori e nuotatrici coinvolti, tra cui atleti e semplici appassionati, si alterneranno durante la staffetta che si svolgerà lungo un tratto di mare di circa 20 miglia (circa 32 chilometri), garantendo un passo di nuoto di 25 minuti/km, sempre affiancati da un kajak che ne guiderà la rotta: la partenza è prevista sabato mattina alle ore 5.00, con arrivo a Capraia entro le ore 21.00.


“Oltre ad essere un momento unico e aggregante per i partecipanti, l’evento ha come obiettivo quello di veicolare alcuni importanti messaggi come la tutela dell’ambiente marino, in particolare dall’inquinamento da plastiche e microplastiche, promuovere l’inclusività nello sport e rappresentare un ponte tra due terre, dando corpo alla celebre frase “Il mare unisce i paesi che separa””, ha dichiarato Massimiliano Amirfeiz, che cura l’organizzazione dell’evento per conto della Lega Navale di Capraia Isola.


“L’evento, interamente autofinanziato dai partecipanti alla nuotata, ha richiesto un’organizzazione complessa per consentire agli atleti di nuotare in sicurezza in alto mare ed è stato possibile grazie all’entusiastica partecipazione di più di ventidue persone di staff tra kajakers, imbarcazioni di appoggio, medico e persone per il salvamento e comandanti dei mezzi”, ha affermato Cristina De Tullio, vice-presidente di Abbracciamoli Onlus e co-organizzatrice della staffetta, sostenuta anche grazie al patrocinio di numerosi enti, tra i quali i Comuni di Capraia Isola e Rogliano, Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e il Parc Natural Marin de Cap Corse et Agriate.


A questa staffetta, mai realizzata prima d’ora, sarà inoltre collegata una serie di eventi che si svolgeranno sull’isola toscana già a partire da oggi, 1° giugno, e fino a domenica 4 giugno. In programma questa mattina, presso l’istituto scolastico locale, plesso di Capraia Isola “C. Nolli”, un incontro di sensibilizzazione delle studentesse e degli studenti sul tema dell’inquinamento da plastica. 

Domani, venerdì 2 giugno, è prevista invece alle ore 9.00 la pulizia dai rifiuti di un tratto di litorale presso Cala del Ceppo, a cura di Greenpeace, Lega Navale Italiana-Delegazione di Capraia Isola e Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Ancora, la consegna di una carta di intenti volta a ridurre la produzione di rifiuti in plastica ai sindaci dei comuni di Capraia Isola e Macinaggio, coinvolti dalla staffetta.


La staffetta unirà simbolicamente le isole di Capraia e Corsica in una nuotata non competitiva che sarà anche occasione per lanciare un messaggio in difesa del mare minacciato dall’inquinamento da plastica, proprio mentre a Parigi è in corso il secondo round di negoziati dell’ONU per ottenere un Trattato globale sulla plastica.

“L’inquinamento da plastica è uno dei problemi ambientali più gravi dei nostri tempi e il Trattato globale sulla plastica offre ai leader mondiali l’opportunità di intervenire, seguendo le raccomandazioni della comunità scientifica”, ha dichiarato Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. “È prioritario mettere un freno alla produzione di plastica e ridurre fin da subito la dipendenza da petrolio e gas fossile da cui questo materiale viene prodotto. Parallelamente, bisogna mettere in atto misure concrete per difendere il mare con l’istituzione di una rete efficace di aree marine protette pari al 30% dei nostri mari entro il 2030”. 

 

“Rispetta la posidonia”, questo il titolo del progetto ideato dalla Sezione della Lega Navale Italiana di Follonica, portato avanti insieme al Comune di Follonica, alla sezione follonichese della società Salvamento e al Consorzio Balneari.

Che sulla posidonia e sulle sue virtù sia necessario parlare di più e in modo più approfondito lo dimostra ciò che è accaduto la scorsa estate, quando un gruppo di bagnanti ha gettato nella spazzatura i resti della pianta che si era depositata sulla battigia di Pratoranieri, documentando il tutto sui canali social. Un intervento che, secondo le loro intenzioni, avrebbe dovuto rendere più pulita la spiaggia ma che, di fatto, era sbagliato sotto molti punti di vista.

Dalla necessità di far conoscere la spiaggia e l'ambiente marino, così da rispettarli e tutelarli, è nato il progetto “Rispetta la posidonia”. Un'iniziativa che è cresciuta grazie al lavoro dei soci, fino all'idea più grande: creare un infopoint della posidonia all'interno dell'acquario comunale di via Zara.

La presenza di resti di posidonia sulla spiaggia è indice di alta qualità ambientale e, come spiega l'assessora comunale Mirjam Giorgieri, "dovremmo quindi andarne fieri e non far di tutto per rimuoverne ogni indizio". La degradazione delle foglie è alla base delle catene alimentari costiere, e questo aiuta a mantenere nutrita la presenza di pesci. Inoltre, i cordoni che si spiaggiano sono un formidabile strumento per smorzare la forza delle onde, consentendo alla sabbia di depositarsi ed essere trattenuta.

"La Posidonia viene spesso scambiata per altro – dice Giorgieri — soprattutto per sporcizia. Ma così non è, anzi. Dallo sgradevole episodio accaduto la scorsa estate abbiamo voluto far nascere qualcosa di utile per la cittadinanza, allargando la conoscenza del luogo nel quale viviamo. Da quello spunto fu evidente quanto poco si conosca il nostro territorio e il nostro ecosistema. E, di conseguenza, quanto poco lo si rispetti".

La LNI si occuperà di diffondere una serie di cartelli informativi sulla spiaggia e in città: "La posidonia è l'evidente cartina torna sole delle acque del nostro golfo – dice Antonino Vella, responsabile del gruppo ambiente della locale Lega Navale – Riteniamo che sia importante informare la popolazione sul perché vada rispettata la posidonia. Abbiamo poi deciso di ospitare l'Infopoint che potrà essere di aiuto anche alle scuole per progetti e laboratori".

"Siamo felicissimi di partecipare al progetto – ha detto Daniele Braccini, del Consorzio Balneari - Ogni anno facciamo progetti ambientali per le spiagge e includeremo, con piacere, anche questo. Porteremo la cartellonistica all'interno degli stabilimenti per dare un servizio importante a chi frequenta le spiagge del Golfo".

"Partecipiamo con entusiasmo a questo progetto – dice Giorgio Lolini della società Salvamento sezione di Follonica – Siamo molto attenti ai temi ambientali e vogliamo portarli avanti. Quella della posidonia è un tema a noi caro, perché vediamo ogni anno quanta confusione generi una scarsa conoscenza dell'argomento".

Dalla prima edizione del Salone Nautico di Venezia nel 2019, una grande attenzione è stata dedicata alla progettazione navale innovativa e sperimentale. Anche per il 2023 la manifestazione prevede di riservare degli spazi, all’interno dell’Arsenale, da dedicare a designer professionisti o studenti, singoli o associati, che possano esporre studi e progetti di barche di ogni tipologia e materiale durante i giorni del Salone, che si terrà quest'anno dal 31 maggio al 4 giugno.

A tale proposito, è stato promosso un bando internazionale per la presentazione del design più avanzato sia per ciò che riguarda la struttura di unità a motore e a vela sia per quanto concerne gli arredi degli interni, la componentistica e le propulsioni, con particolare enfasi sulla sostenibilità ambientale.

Possono candidarsi professionisti e studenti, singoli o associati, o società che hanno realizzato e/o semplicemente ideato progetti e studi di barche di qualsiasi tipologia e materiale. L’edizione 2023 verrà rivolta a progetti di imbarcazioni senza limiti dimensionali o parti delle stesse, i partecipanti saranno chiamati a elaborare proposte sul tema: “Soluzioni innovative per la sostenibilità e la flessibilità d’uso di unità charter da diporto. Concept per la progettazione e la gestione del ciclo di vita di unità a noleggio, con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale.”

La partecipazione è gratuita e può avvenire singolarmente o in gruppo. I progetti potranno riguardare: unità a vela o a motore; monocarena o multiscafi; e anche parti specifiche di queste, quali ad esempio: la carena, la struttura, i sistemi di propulsione e/o la componentistica di dettaglio. Potranno essere presentati studi e progetti realizzati o non realizzati negli ultimi cinque anni, anche già presentati in occasione di concorsi di progettazione, pubblicati in riviste di settore e non, la cui titolarità dovrà essere dichiarata in fase di candidatura. I candidati dovranno obbligatoriamente iscriversi attraverso la compilazione del form di iscrizione, allegando la documentazione richiesta entro il giorno 14 marzo 2023, data di chiusura del bando.

Per ulteriori informazioni e per partecipare, è possibile consultare il bando
https://www.visitmuve.it/it/collabora/bando-per-la-selezione-di-studi-progetti-di-barche/

 

Contatti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

FOTO: MUVE Yachts Projects

Continua la campagna velica di LIFE A-MAR NATURA2000 nelle acque siciliane e, dopo il tratto di mare compreso tra Palermo e Trapani, con le meraviglie naturalistiche dei siti marini nei pressi dell’Isola delle Femmine, Riserva Naturale Orientata affidata alla Lipu, e della Riserva dello Zingaro, il team di Triton Research e Lega Navale Italiana si sposta a Milazzo. Da qui Lion, barca a vela con un passato criminoso nel traffico di migranti e tornata a nuova vita con l’assegnazione a LNI che l’ha messa a servizio per questa tappa, proseguirà verso l’Arcipelago delle Eolie. Dopo aver attraversato l’Area Marina Protetta Capo Milazzo e i suoi siti marini, infatti, toccherà infatti Vulcano, Stromboli, Panarea, Salina, Filicudi, Alicudi e Lipari. Queste sette perle di terra spuntate dal mare, sono in procinto di diventare a tutti gli effetti, congiuntamente, Riserva Marina ma al momento sono già state designate dall’UE come sito Natura 2000. Ogni isola, in realtà rappresenta un sito a sé stante, a sua volta circondato dal sito marino e terrestre ITA030044 Arcipelago delle Eolie.

Ben 13 sono gli habitat prioritari qui presenti, che vanno dalle praterie di Posidonia oceanica ai campi di lava, dalle scogliere alle pinete mediterranee, dalle praterie salate ai pendii rocciosi. Altrettanto ricca la fauna, sia terrestre che marina, con 29 specie prioritarie tra cui soprattutto uccelli. L’arcipelago è infatti un’importante rotta migratoria per rapaci (come il falco della regina Falco eleonorae) e cicogne (bianca Ciconia ciconia e nera Ciconia nigra) e sulle isole sono presenti diverse specie inserite nella lista rossa dell’IUCN (tra quelle a rischio d’estinzione), come la berta maggiore (Calonectris diomedea), il falco di palude (Circo aeruginosus), e l’albanella minore (Circus pygargus) e, come accidentale, l’aquila imperiale (Aquila heliaca). Tra l’ittiofauna presenti anche specie all’apice della catena alimentare o di grandi dimensioni come il pesce spada (Xiphias gladius), la cernia bruna (Epinephelus marginatus), il tonno rosso (Thunnus thynnus), lo squalo bianco (Carcharodon carcharias) e il diavolo di mare Mobula mobular.

Anche in questo caso la barca utilizzata fa parte di quelle confiscate alla criminalità organizzata per traffici illeciti, recuperate e affidate alla LNI per svolgere attività istituzionali nel sociale o nella tutela ambientale come in questo caso. Il rispetto della legalità, inteso anche come educazione a un approccio più etico e sostenibile ai tesori della natura, è proprio il file-rouge di questa campagna velica che è resa possibile grazie al supporto di LNI che, lo scorso 26 maggio, ha organizzato a Trapani, nell’ambito degli eventi collaterali a terra, un’iniziativa sui temi dell’ambiente e della legalità con la presenza dell’Associazione nazionale magistrati e il resoconto della precedente settimana di navigazione.

In parallelo alle attività in mare Federparchi-Europarc Italia ha organizzato in collaborazione con l’AMP di Capo Milazzo – che comprende due siti Natura 2000 (ITA030032 Capo Milazzo e ITA030045 Fondali di Capo Milazzo) –, un incontro partecipativo a Milazzo il 30 maggio, alle 17 presso il foyer teatro, e due visite guidate gratuite giovedì 1 e sabato 3 giugno alle 15.30 rispettivamente sui sentieri di levante e di ponente (per prenotazioni e info Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – 3428173143). Tra le specie che i più fortunati potranno avvistare durante le escursioni ci sono il tursiope (Tursiops truncatus), la tartaruga marina Caretta caretta, il falco pellegrino (Falco peregrinus), il nibbio bruno (Milvus migrans) e il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus).

Ricapitolando, dopo i 16 liguri e i 13 della Sicilia occidentale si aggiungeranno alla lista dei siti marini toccati dalla campagna velica altri 10 siti della Sicilia orientale raggiungendo, di fatto, dopo solo tre settimane di navigazione la base prevista da progetto.

Il calendario della campagna velica proseguirà con tappe in Toscana (5-11 giugno), lungo il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, in Sardegna (14-20 giugno), tra il Parco Nazionale dell’Arcipelago de La Maddalena, il Parco Nazionale dell’Asinara e Oristano, per concludersi in Lazio (22-28 giugno), alla scoperta del Parco Nazionale del Circeo e delle coste più vicine a Ostia, dove il 28 giugno si terrà l’evento conclusivo.

LIFE A-MAR NATURA2000 è un progetto finanziato dal Programma LIFE dell’unione Europea nato con l’obiettivo di valorizzare e promuovere i siti marini della rete Natura 2000 ancora poco conosciuti al grande pubblico. Coordina il progetto Federparchi - Europarc Italia. Partner attivi sono Triton Research, Lipu e Fundación Biodiversidad del Ministero dell'Ambiente per la Transizione Ecologica e la Sfida Demografica. Inoltre, partecipano come co-finanziatori: il Parco nazionale dell’Asinara, il Parco nazionale dell’Arcipelago toscano e il Parco nazionale delle Cinque Terre.

Tutte le attività promosse nell’ambito del progetto LIFE A-MAR NATURA2000 hanno l’obiettivo di promuovere nei confronti di tutti gli “utenti del mare” una fruizione consapevole e responsabile di questo straordinario scrigno di biodiversità rappresentato dai parchi marini Natura 2000, perché solo attraverso la conoscenza e l’amore per l’ambiente si può contribuire attivamente alla sua tutela.

Lo scorso 4 marzo è stato raggiunto uno storico accordo globale per la protezione dell’Alto Mare, un’area che si trova al di là della Zona Economica Esclusiva (ZEE) nazionale - oltre le 200 miglia nautiche dalla costa - e occupa circa due terzi dell'oceano.

Questa zona fa parte delle acque internazionali, quindi al di fuori delle giurisdizioni nazionali, in cui tutti gli Stati hanno il diritto di pescare, navigare e fare ricerca. Allo stesso tempo, l'Alto Mare svolge un ruolo vitale nel sostenere le attività di pesca, nel fornire habitat a specie cruciali per la salute del pianeta e nel mitigare l'impatto della crisi climatica.

“La nave ha raggiunto la riva”, ha affermato l’ambasciatrice Rena Lee, presidente della Conferenza internazionale sulla biodiversità, che ha annunciato ai delegati degli Stati membri delle Nazioni Unite il raggiungimento dell’accordo sul Trattato globale sulla protezione gli oceani.

L’accordo persegue concretamente l’obiettivo 30×30, ovvero proteggere il 30% degli oceani entro il 2030, come deciso lo scorso dicembre dai Paesi che hanno partecipato alla conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità. L’accordo, inoltre, fornirà un quadro giuridico per la creazione delle Aree Marine Protette (AMP) in Alto Mare per salvaguardare la fauna selvatica minacciata da inquinamento, cambiamenti climatici e pesca intensiva. Verrà inoltre istituita una conferenza delle parti (Cop) che si riunirà periodicamente e consentirà agli Stati membri di discutere di questioni come la governance e la biodiversità marina.

La Lega Navale Italiana, da sempre impegnata nella protezione dell’ambiente marino e costiero, si unisce alla soddisfazione espressa in queste ore da molte associazioni ambientaliste per l’importante accordo raggiunto in sede Onu e auspica una rapida ratifica del Trattato da parte di tutti gli Stati membri.

 

Martedì 27 dicembre si è tenuto un webinar sull'inquinamento ambientale nel campo marittimo e le possibili soluzioni tecnologiche organizzato dalla Presidenza Nazionale della Lega Navale Italiana su proposta del Centro Culturale per la Formazione Nautica (CCFN).

L'evento ha fatto rilevare un grande interesse per il tema da parte dei soci LNI e di tutti i partecipanti.

La conferenza, moderata dal C.A. (ris) Vincenzo De Luca, è stata aperta dal Direttore del CCFN, Cav. Ivo Emiliani che ha ricordato i lavori in fase di sviluppo del Centro Culturale per la Formazione Nautica LNI e ha definito l’evento un “prototipo” preludente a una serie di analoghi incontri di carattere formativo e informativo il cui programma per il 2023 sarà reso noto nelle prossime settimane.

È seguito l’intervento di saluto del Presidente Nazionale della Lega Navale Italiana, Amm. Donato Marzano che ha tracciato un quadro dell’articolata attività della Lega Navale Italiana nella diffusione della cultura del mare e nella formazione nautica. Il Presidente LNI ha rimarcato il suo totale supporto all’iniziativa del CCFN, coerente con i valori e l’indirizzo istituzionale della Lega Navale.

"Un'occasione importante per riflettere sulla protezione ambientale del nostro mare, elemento vitale che da anni purtroppo stiamo attaccando. Questo webinar dimostra che la formazione nautica del socio della Lega Navale Italiana è composta di tanti aspetti diversi. Non solo la capacità di condurre un mezzo a vela o a motore, ma anche quella di saper approcciare il mare a 360° occupandosi di sicurezza, di tecnologia e di protezione dell'ambiente marino. Questi sono gli elementi positivi e distintivi della formazione in Lega Navale", ha affermato il Presidente Marzano nel suo intervento.

L’incontro è proseguito con una relazione a cura del Prof. Tommaso Coppola, membro del CCFN e docente di Costruzioni Navali e Sicurezza della nave presso la Facoltà di Ingegneria Navale dell’Università “Federico II” di Napoli.

Il relatore ha presentato il problema dell’inquinamento chimico legato al traffico marittimo e le tecnologie di oggi e domani per eliminare l’impatto ambientale delle navi. Particolare enfasi è stata rivolta ai nuovi combustibili (idrogeno, gas naturale, ammoniaca e metanolo) e alle nuove tecnologie (celle a combustibile e nuovi motori a combustione interna) che potranno migliorare la situazione nel prossimo futuro. Il webinar si è concluso con la discussione legata principalmente ai combustibili alternativi prodotti in Italia (Ammoniaca e Metanolo) e alla possibilità di ricavare idrogeno direttamente sulle navi partendo dall’acqua di mare.

 

Le slide proiettate durante l'evento dal Prof. Coppola sono disponibili nell’Area soci del Portale della Lega Navale Italiana (www.leganavale.it).

 

FOTO: European Environment Agency - European Union

Lo scorso 19 maggio, presso la sede della Lega Navale Italiana di Salerno al Porto Masuccio Salernitano, in collaborazione con l’Associazione Giuristi per l’Ambiente, è stato presentato il “Progetto Caretta in Vista”, iniziativa coordinata dalla Stazione Zoologica “Anthon Dohrn” di Napoli che si prefigge lo scopo di individuare e proteggere i nidi di tartaruga marina sul litorale campano.

Nel 2022, grazie all’attività sul campo di circa 100 volontari, sono stati individuati 25 nidi sul litorale campano da cui sono nate circa 1500 tartarughe. Su quello salernitano, nello specifico a Marina di Eboli, sono stati individuati tre nidi e tre tentativi di nidificazione, grazie alla tenacia dei volontari della Sezione LNI di Salerno e soprattutto di NaturArt Salerno, associazione da tempo impegnata in progetti di conservazione ambientale e volontariato, in particolare nel monitoraggio e nell’assistenza alla schiusa dei nidi di tartaruga marina “Caretta Caretta” sul litorale campano.

Per dare continuità ed efficacia al progetto, dal prossimo 5 giugno fino alla prima settimana di agosto, ripartirà l'attività di monitoraggio delle spiagge che avverrà tutte le mattine dalle ore 5 alle 7:30. La seconda fase, quella successiva al monitoraggio, si realizzerà nell'assistenza alla schiusa degli eventuali nidi individuati che, indicativamente, avviene tra la fine di agosto e la fine di settembre, dopo 50 giorni circa dalla deposizione delle uova. Sarà una nuova opportunità di aiuto allo sviluppo della "Caretta Caretta" che è seriamente minacciata dall'inquinamento, dai predatori e dall'incuria dell'uomo.

È stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Animals MDPI un lavoro del team italiano composto da Rosario Balestrieri e Claudia Gili della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, Flavio Monti dell’Università di Siena, Emiliano Mori e Andrea Viviano del CNR IRET e Roberto Vento dell’Università di Palermo. Si tratta di un’indagine molto particolare sulla recente irruzione della gazza marina (Alca torda) – un uccello tipico dell’Atlantico settentrionale e dei mari del nord che nelle sembianze ricorda un pinguino – nei nostri mari e del ruolo dei social network nel monitoraggio di questo fenomeno.

Il gruppo di lavoro ha cercato nelle varie lingue e sui vari social network i post che documentavano la presenza della specie, consultando le banche dati di Citizen Science e diffondendo un form di raccolta dati tra i soci della Lega Navale Italiana. La ricerca ha descritto il movimento di irruzione di un imponente numero di individui di questa specie, che in modo anomalo hanno svernato nel Tirreno, spingendosi nel Canale di Sicilia, Mar Ionio, Adriatico fino a raggiungere a est la Grecia e a sud numerosi siti del Nord Africa. In alcuni di questi territori la specie non era mai stata rilevata, in altri non veniva osservata da circa un secolo. L’anomala presenza è stata facilmente rilevata anche dai cittadini privi di conoscenze ornitologiche, che in alcuni casi, non sapendo cosa potesse essere, hanno postato sui social foto dell’animale chiedendo informazioni al web.

Questa dettagliata raccolta dati ha consentito di produrre un quadro più chiaro sulla presenza e distribuzione di questa specie, facendo registrare un massimo di 747 individui in un sol giorno in Italia, nel tratto di costa che va dalla Liguria alla Calabria.

 

CLICCA QUI per leggere l’articolo

 

FOTO: Rosario Balestrieri e Michelangelo Ambrosini

Partito a fine ottobre, il progetto “MetaSea”, finanziato dal MISE, vede capofila l’azienda “Digital Atom”, startup innovativa fondata nel 2016 da studenti di Architettura e di Economia dell'Università di Catania e specializzata nello sviluppo di applicazioni per la realtà virtuale, insieme, tra agli altri, alla Sezione della Lega Navale Italiana di Aci Trezza e all’Università di Catania. 

Il progetto “MetaSea” consiste nella riproduzione di un museo marino virtuale contenente interazioni ed informazioni sull’ecosistema marino, utilizzando strumenti ed attrezzature altamente tecnologici e sofisticati, quali visori che consentano la fruizione dei contenuti immersivi in realtà virtuale, oltre agli innovativi dispositivi informatici per la realizzazione di questo tipo di contenuti, come software di modellazione, renderizzazione, macchine fotografiche e videocamere impermeabili con una massima risoluzione, in grado di catturare incredibili immagini a 360°.

La Lega Navale di Aci Trezza è impegnata nel progetto a fornire supporto logistico, in particolare per la parte relativa alle attività in mare come immersioni e rilievi fotogrammetrici.

Frutto di contributi accademici e di esperti, legati alla valorizzazione dei musei marini, il progetto mira alla realizzazione di molteplici obiettivi:

  • Un portale web per la fruizione del Museo Virtuale dell’Archeologia Subacquea e degli Organismi Marini, dove sono illustrati attraverso immagini/schede e ricostruzioni 3D i reperti di provenienza subacquea presenti nei Musei;
  • Un sistema di esplorazione virtuale e ricostruzione dei siti archeologici sommersi coinvolti nel progetto;
  • Una rete di nodi sensori sottomarini innovativi, dispiegabili in modo flessibile per il monitoraggio ambientale, funzionale alla verifica dello stato di conservazione dei siti, e alla localizzazione dei subacquei, il tutto finalizzato alla definizione di best practice per promuovere la conoscenza e il tessuto dell’archeologia subacquea;
  • Percorsi di visita sia reali che virtuali in ambienti sommersi e subacquei.

A fine ottobre sono ufficialmente iniziate le immersioni e le riprese nei fondali antistanti Capo Mulini (Acireale). Il team ha completato per la prima volta le attività di allestimento del sistema SUEX SINAPSI per la mappatura del sito del “Relitto della Timpa". Successivamente, sono state effettuate le prime immersioni e riprese nei fondali nelle acque antistanti Aci Trezza per la documentazione del sito al fine di individuare e pianificare, insieme al team tecnico-scientifico, l'acquisizione delle immagini. Il progetto potrà operare anche su altre aree oltre a quelle sopra citate, come il Parco Marino delle Egadi, di concerto con la Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia.

 

FOTO: Puccio Di Stefano

È stata presentata la campagna velica nel mar Tirreno, coordinata da Triton Research con il supporto operativo di Lega Navale Italiana, nell’ambito del progetto LIFE A-MAR NATURA2000 (LIFE20 GIE/IT/001352). Il progetto finanziato dal programma LIFE dell’Unione Europea è coordinato da Federparchi-Europarc Italia e coinvolge anche Lipu e il partner spagnolo Fundación Biodiversidad. Un itinerario nel blu alla scoperta e riscoperta dei gioielli più interessanti del nostro Mediterraneo compresi tra i 288 siti marini italiani di Natura 2000, la “rete ecologica” istituita 30 fa dall’Unione Europea, che collega virtualmente tutti i siti più importanti per la conservazione di habitat e specie.

I punti chiave delle attività saranno i tre Parchi Nazionali co-finanziatori del progetto: Cinque Terre, Arcipelago Toscano e Asinara, tre realtà di spicco nel panorama italiano dal punto di vista delle attività di tutela, conservazione e comunicazione ambientale.

Un fitto calendario di tappe in mare e a terra che dal 15 maggio al 28 giugno porterà le barche a vela a toccare oltre 30 siti marini. Si partirà dalla Liguria (15-21 maggio), per poi proseguire lungo la costa settentrionale della Sicilia (dal 22 maggio al 4 giugno), della Toscana (5-11 giugno), della Sardegna (14-20 giugno) e infine del Lazio (22-28 giugno), con eventi a terra in 12 tappe che comprenderanno 14 visite guidate, 12 eventi partecipati, 2 conferenze stampa, organizzate da Federparchi, e 5 eventi organizzati dalla Lipu in prossimità di siti Natura 2000 di significativo valore per la tutela dell’avifauna.

Si comincia quindi dalla Spezia dove la barca a vela Teta, sequestrata alla criminalità organizzata – come le altre imbarcazioni impiegate nell’iniziativa – e affidata dall’autorità giudiziaria alla Lega Navale Italiana che l’ha messa al servizio della campagna, partirà dalla Sezione Velica della Marina Militare e navigherà verso le Cinque Terre per raggiungere il sito marino Fondali Punta Mesco - Rio Maggiore, molto importante per la varietà di microhabitat e per il buon stato di conservazione. Banchi di sabbia sommersi, praterie di posidonia e scogliere coralligene. Nell’area marina sono previste due visite naturalistiche gratuite, il 19 e 20 maggio con partenza da Riomaggiore e un incontro partecipativo il 20 al Castello di Lerici. Si proseguirà poi in Sicilia prima a Palermo, Trapani e il paradiso delle Egadi e poi quello delle Eolie, per poi passare in Toscana, con il Parco dell’Arcipelago Toscano e in Sardegna tra il Parco dell’Arcipelago di La Maddalena, il Parco dell’Asinara e Oristano. La campagna si concluderà a fine giugno nel Lazio alla scoperta del Circeo e delle coste più vicine a Ostia dove il 28 giugno si terrà l’evento conclusivo.

«I siti marini della rete Natura 2000 rappresentano uno scrigno di bellezze e biodiversità ancora poco conosciuti ma fondamentali, sia per i servizi ecosistemici offerti che per gli obiettivi europei di conservazione per i quali, entro il 2030, occorre giungere al 30% di superficie protetta anche a mare – afferma Luca Santini, presidente Federparchi –. Il progetto LIFE A-MAR NATURA2000 ha lo scopo di farli conoscere e valorizzarli e la campagna velica, cuore del progetto, - con le sue tappe, gli incontri partecipati e le tante occasioni di approfondimento tematico - è un’occasione per far partecipare in prima persona cittadini e operatori del settore alla scoperta di questo eccezionale patrimonio naturale di tutto il Paese, nonché un volano di sviluppo sostenibile».

«La Lega Navale Italiana – ha detto l’Ammiraglio Donato Marzano, Presidente Nazionale della Lega Navale Italiana – ha aderito alla campagna velica LIFE A-MAR NATURA2000, che rientra tra le molte iniziative che portiamo avanti nell’ambito della protezione del mare, una delle aree della missione della LNI da decenni. Esiste un valore aggiunto proprio di un’associazione come la nostra: le barche utilizzate nella navigazione saranno quelle sottratte alla malavita organizzata e affidate alla LNI per finalità istituzionali. Inoltre, vorrei sottolineare che gli equipaggi, formati da soci della Lega Navale appassionati di mare e di vela, utilizzeranno l’App NauticAttiva, sviluppata congiuntamente con l’Università di Bari “Aldo Moro”, in coordinamento con il nostro Centro Culturale Ambientale, per mappare, nelle aree marine protette che attraverseremo e nel corso dell’intera navigazione, specie protette e rifiuti».

LIFE A-MAR NATURA2000 è un progetto di comunicazione con azioni mirate a informare, formare, educare, sensibilizzare e coinvolgere attivamente tutti i portatori di interesse del mondo del mare, dai turisti ai residenti, dalle istituzioni al mondo della ricerca, dagli operatori della nautica ai referenti delle attività sportive-ricreative, dai pescatori agli imprenditori locali, stimolando un’azione-reazione che porti a comportamenti più sostenibili, partecipativi e promotori di buone pratiche.

Tra le prossime attività, il lancio di un’app, atteso per fine maggio, per trovare in modo facile i siti marini Natura 2000 più vicini, con approfondimenti scientifici sugli ambienti, la flora e la fauna più rilevanti e la possibilità di riportare eventuali segnalazioni con fotografie e video che potranno essere georeferenziate, una volta verificate e messe a disposizione degli altri utenti.

Nella primavera 2024 la campagna velica verrà replicata in Spagna per un altro mese, sotto la guida di Fundación Biodiversidad, fondazione pubblica del Ministero per la Transizione Ecologica e la Sfida Demografica del paese, che porta avanti da anni diversi progetti di conservazione e gestione dei siti della Rete Natura 2000. Sono inoltre previste due regate, la realizzazione di un documentario sui siti marini, numeroso materiale di approfondimento ed eventi partecipativi.

 

CLICCA QUI per il servizio realizzato da Tele Liguria Sud.

 
Nel Mediterraneo, più precisamente nel bacino corso-ligure-provenzale, c’è una concentrazione eccezionale di cetacei che proprio qui, grazie all’abbondanza di nutrimento, hanno trovato un habitat ideale. Le specie di mammiferi che frequentano regolarmente questa area sono otto: capodoglio, balenottera comune, stenella striata, grampo, globicefalo, tursiope, zifio e delfino comune. Così, proprio perché è considerata tra le più importanti per l’alimentazione e la riproduzione dei mammiferi marini, quest’area circa venti anni fa è stata selezionata per la creazione del santuario Pelagos per la protezione dei mammiferi marini, un unicum nel Mediterraneo sia per le finalità che persegue, sia per le sue caratteristiche di gestione. Protetto in virtù di un accordo internazionale, sottoscritto a Roma nel 1999 tra Francia, Italia e Principato di Monaco ed entrato in vigore nel 2002, il Santuario è un’Area Specialmente Protetta d’Importanza Mediterranea (ASPIM) ai sensi della Convenzione di Barcellona del 1976 e si estende su una superficie di 87 500 chilometri quadrati. Il versante italiano interessa Liguria, Toscana e Sardegna settentrionale. Tante specie diverse di cetacei devono però coesistere in un’area caratterizzata da elevati livelli di pressione antropica, che ne minacciano la sopravvivenza. Primo fra tutti l’elevatissimo traffico marittimo. 
 
 
L’accordo Pelagos nasce proprio per promuovere azioni comuni per la tutela dei cetacei e del loro habitat da tutte le cause di turbativa dovute alle attività umane. Inquinamento acustico, collisioni con le grandi imbarcazioni, catture accidentali nelle reti da pesca, inquinamento chimico e biologico di origine terrestre, inquinamento da plastiche, perturbazioni causate dal mancato rispetto del Codice di buona condotta Pelagos/ACCOBAMS ne sono un elenco parziale. L’ambiente marino, lo sappiamo, è un patrimonio prezioso che appartiene a tutti e i cetacei svolgono un ruolo chiave nel mantenimento degli equilibri ecosistemici. Noi possiamo prendere parte attiva alla salvaguardia dei mammiferi marini di Pelagos anche grazie al programma di citizen science ideato da Tethys, la ONG italiana che dal 1986 fa ricerca scientifica nel Santuario e, allo stesso tempo, contribuisce alla sensibilizzazione, anche attraverso il coinvolgimento come volontari di persone da tutto il mondo. Nell’ambito di questo progetto educativo rientrano le crociere di ricerca organizzate dall’istituto nel Mar Ligure, a bordo di un’imbarcazione che può ospitare 11 persone oltre al team di ricerca e skipper.
 
 
Non sono richiesti requisiti specifici, se non grande passione e spirito di adattamento perché si parteciperà attivamente a tutte le attività, sia quelle di ricerca sia alla normale vita di bordo, cucina e pulizie incluse. Le quote/donazioni dei partecipanti vengono impiegate dalla Onlus a parziale copertura dei costi della ricerca. Chi sceglie di fare questa esperienza ha l’opportunità di imparare e sperimentare le diverse tecniche di indagine e l’uso della strumentazione. A bordo, inoltre, ogni giorno si tengono lezioni per i partecipanti al programma di citizen science, momenti dedicati espressamente alla sensibilizzazione. Le crociere durano una settimana, volendo anche due, ed essendo la barca impegnata in lavoro di ricerca non ha l’obbligo di rispettare il codice di condotta previsto invece per i diportisti e gli operatori di whale watching, offrendo così un punto di osservazione unico. Ciò non significa che non si cerchi in ogni modo di limitare il più possibile di disturbare le diverse specie di cetacei. 
 
 
Responsabile del Cetacean Sanctuary Research, uno dei due progetti a lungo termine dell’Istituto Tethys, è Sabina Airoldi che ci ha spiegato la fondamentale importanza di proteggere i cetacei del Mediterraneo. “Queste specie, protette da tutte le convenzioni internazionali, si trovano al top della rete trofica e quindi, proteggendo loro, si protegge tutto l’ambiente in cui vivono. Infatti, sono definite specie ombrello”. Parliamo, insomma, di una sorta di reazione a catena per cui quando si riesce a mitigare gli impatti di origine antropica su di loro, che sono anche molto sensibili, agli inquinanti per esempio, si finisce per difendere tutto l’ambiente in cui vivono. “Non dimentichiamo poi” – ci ricorda – “che sono animali iconici, carismatici, e quindi un perfetto ponte tra scienza e sensibilizzazione”. Ma la vera notizia bomba la dottoressa la tiene per ultima. “I più recenti studi finanziati dal Fondo Monetario Internazionale hanno evidenziato quanto i grandi cetacei giochino a favore della lotta contro i cambiamenti climatici ‘fertilizzando’ il fitoplancton. Questa componente fondamentale degli oceani produce circa il 50 percento dell’ossigeno presente nell’atmosfera e assorbe il 40 percento della CO2 prodotta dalle diverse attività umane”. È evidente che il fitoplancton è fondamentale. Questo è composto da alghe unicellulari, invisibili a occhio nudo, che stanno sulla superficie dell’acqua poiché hanno bisogno di luce per la fotosintesi. Hanno però bisogno anche dei nutrienti, che invece si trovano sui fondali. “I grandi cetacei” – prosegue – “con i loro movimenti verticali lungo la colonna d’acqua (il capodoglio arriva fino a 1500 metri) portano in superficie quei nutrienti necessari al fitoplancton che stanno sul fondo e li mettono a disposizione delle alghe unicellulari”. Per non parlare delle deiezioni delle balene, che sono ricchissime in ferro e altre sostanze fondamentali per la fertilizzazione del fitoplancton. Per finire, questi cetacei trasportano il fitoplancton dalle zone ricche a quelle più povere durante le loro migrazioni. Persino morendo, finendo a grandi profondità, sottraggono tonnellate di carbonio dall’ambiente. Insomma, difendere i cetacei vuol dire difendere l’intero ecosistema marino. Pelagos è la loro grande casa nel Mediterraneo e un bene prezioso per il nostro mare.
 
Articolo di Marina Viola pubblicato nel numero di settembre-ottobre 2022 della rivista "Lega Navale"
 
Foto: Whale Watch Liguria, Santuario Pelagos
 
 
Il numero completo della rivista di settembre-ottobre 2022 è disponibile qui: https://www.leganavale.it/post/47690/rivista-lni-settembre-ottobre-2022
 

È partito il monitoraggio della gazza marina (Alca torda), un'iniziativa nata da un progetto promosso dalla Sezione della Lega Navale Italiana di Napoli in collaborazione con i ricercatori della Stazione Zoologica "Anton Dohrn". Presso la Lega Navale di Napoli si stanno tenendo dei PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) che si concretizzano in alcuni corsi di biologia marina per studenti delle scuole di Napoli svolti dai ricercatori della SZN.

La Stazione Zoologica "Anton Dohrn" è un Ente Pubblico di Ricerca e la sua missione primaria è la ricerca sui processi fondamentali della biologia, con specifico riferimento agli organismi marini e alla loro biodiversità, in stretto legame con lo studio della loro evoluzione e della dinamica degli ecosistemi marini. Questo progetto vuole infatti cogliere l’occasione per monitorare una specie particolarmente sensibile nonché “testimone” dei cambiamenti climatici. 

La gazza marina (Alca torda) è un uccello marino simile ad un pinguino che non ha perso la possibilità di volare, di abitudini pelagiche, nidifica sulle coste e sulle isole dell’Europa nord-occidentale, Groenlandia e America nord-orientale. In inverno si allontana dalla costa e si disperde nell’Atlantico settentrionale, giungendo a sud fino alle Canarie ed entrando con pochi individui nel Mediterraneo occidentale. È una specie ittiofaga e può raggiungere le sue prede fino a 120 metri di profondità. In Italia la si osservava sporadicamente nel Mar Ligure, soprattutto da fine novembre ad inizio marzo.

In questi ultimi giorni si stanno susseguendo numerose osservazioni di gazza marina nei mari italiani che fanno supporre ad un’anomala migrazione “di invasione” da parete di questa specie artica. Di norma nei mari italiani si registrano un paio di osservazioni l’anno nella maggioranza dei casi nel Mar Ligure. Alla data del 27 novembre, sono stati censiti in Liguria ben 450 individui, una presenza tanto massiccia quanto anomala che la specie non aveva mai fatto registrare prima d’ora. Oltre ai numeri record nel Mar Ligure, vari altri individui sono stati osservati sulla costa ovest dell’Italia fino in Calabria, con ben 11 individui nel Golfo di Napoli il 25 novembre (dove la specie non veniva segnalata dal 1928). Varie presenze sono state segnalate anche intorno alle isole maggiori (Sardegna e Sicilia). Al momento gli individui più ad est rilevati si sono spinti fini al Mar Ionio, esattamente a Taranto e Porto Cesareo (Lecce).

 

Come partecipare al monitoraggio

I soci LNI che desiderino contribuire al monitoraggio possono segnalare questa particolare presenza ornitologica, inviando i dati attraverso QUESTO FORM tramite cui sarà semplice comprendere come riconoscere la specie, fornire i dati pregressi delle ultime due settimane e continuare a inviare segnalazioni nel futuro, per tutta la durata dell’inverno.  Il form è concepito nel pieno rispetto delle leggi sulla privacy non richiedendo al socio alcun dato sensibile.

Viene illustrata nella parte iniziale la specie e le caratteristiche che ne semplificano l’identificazione. Si prosegue con una domanda tesa a comprendere se chi compila il form si è fatto un’idea dell’aspetto della gazza marina rispetto ad altre specie acquatiche. Si chiede al socio la sede di riferimento, questo campo non è obbligatorio in quanto il socio potrebbe avere fra i conoscenti dei non soci che hanno effettuato delle osservazioni interessanti, a cui è invitato ad invitare il form per recuperare questi dati. Si chiede a chi compila il questionario di ubicare nel tempo e nello spazio la propria osservazione, fornire il numero di individui e se possibile il materiale fotografico. 

Nel form viene fornito l’indirizzo mail che il socio può contattare in caso di dubbi o difficoltà della compilazione.