Vela: addio a Bruce Kirby, l’inventore del Laser
Dopo una vita certamente vissuta con intensità, se n’è andato a 92 anni Bruce Kirby, un nome che a molti potrebbe risultare sconosciuto, ma di cui tutti gli amanti del mare e gli appassionati di nautica conoscono il frutto del suo ingegno, quella piccola barca diffusa in 150 nazioni e costruita in circa 220mila esemplari: il Laser, nato con il nome di Weekender e diventato oggi ILCA Dinghy a seguito di complesse dispute legali. Proprio in virtù della sua economicità e di essere la classe velica più diffusa al mondo, il Laser è classe olimpica sia per gli uomini che per le donne, differenziandosi nella superficie velica.
Nato a Ottawa, Kirby è stato egli stesso un ottimo velista, ha rappresentato tre volte il Canada alle Olimpiadi, a Melbourne ’56 e Tokyo ’64 (Enoshima) sul Finn e sulla Star in Messico (Acapulco) nel ’68, non prese parte a Roma ’60 (le regate si svolsero a Napoli) perché diventato padre da poco. Ha inoltre progettato due 12 metri Stazza Internazionale per la sfida canadese di America’s Cup a Newport R.I. nell’83 (quella in cui debuttò Azzurra), tante altre derive e barche da crociera o d’altura, incluso il 40’ Runaway per la squadra canadese all’Admiral’s Cup.
Non tutti sanno però che era un progettista autodidatta “lo yacht design non è un’operazione chirurgica al cervello, anche se facciamo credere che lo sia…” ebbe a dire con simpatia. Il suo principale lavoro era di cronista per un quotidiano canadese e non abbandonò il giornalismo neanche successivamente scrivendo su Sailing World. La vela è sempre stata presente nella sua famiglia di origine, in un’intervista del 2019 ha ricordato di quando, prima della Seconda Guerra Mondiale, ascoltavano con il padre e il fratello le radiocronache dell’America’s Cup con i J Class. “Probabilmente – ha aggiunto – sono rimasto ormai l’ultimo in vita a ricordare il momento in cui, nel ’37, le parole del radiocronista annunciarono in diretta la vittoria del Defender Ranger sul Challeger Endeavour”.
Kirby iniziò progettando sette differenti versioni dello skiff International 14, una classe definita da una regola che lascia alcune libertà di sviluppo, nella quale regatava in prima persona. Il suo International 14 è stato venduto in 739 esemplari. La nascita di quello che divenne il Laser è ammantata da un po’ di leggenda, non è infatti vero che venne disegnata su un tovagliolo di carta, come ebbe a spiegare lo stesso Kirby. La barca ha avuto un successo superiore alle aspettative e fonda il suo successo tanto su un progetto decisamente azzeccato - semplice, performante e innovativo, valido a 50 anni di distanza - che su un’idea vincente da parte di Ian Bruce, proprietario di un International 14 di Kirby e di professione product developer. Il Weekender – che poi diventerà Laser – non nasce per “fare una nuova barca” ma per essere aggiunto a una gamma completa di prodotti per l’outdoor, con la richiesta di poterla anche facilmente caricare sul tetto di un’auto. Ian Bruce divenne successivamente socio di Kirby occupandosi della produzione, poiché il cliente dell’outdoor non era interessato a produrre la barca. Il primo esemplare fu costruito nel ‘71 in fretta e furia per prendere parte a una regata per derive che costassero meno di 1000 dollari, un’iniziativa della rivista nautica per la quale Kirby scriveva. Con un secondo posto il primo giorno e un primo in quello successivo, avendo iniziato a metterla a punto, la barchetta di 4 metri destò subito interesse e richieste di acquisto all'esordio in acqua. Si scelse il nome Laser, come quel fascio di luce coerente che al tempo era una delle meraviglie tecnologiche, per il debutto al New York Boat Show del ’71; ne vennero venduti 144 esemplari al prezzo di 700 dollari, 695 per l’esattezza.
Nel corso dei successivi 50 anni, migliaia di velisti hanno potuto gioire sul Laser e grandi campioni hanno scritto pagine di grande vela sportiva, come lo storico duello tra Scheidt ed Ainslie vinto da quest’ultimo nel 2000 a Sydney e, alla vigilia della 7^ olimpiade per questo monotipo, altre ne scriveranno. Per citare qualche nome: Robert Scheidt (due volte oro e una argento olimpico nella sola classe Laser, nove volte oro, due argento e un bronzo Mondiali, Tom Slingsby (un oro olimpico, cinque volte oro e una argento mondiali), Ben Ainslie (un oro e un argento olimpico, tre volte oro, di cui una nel Radial, e due bronzo ai mondiali), tra le donne Marit Bouwmeester (un oro e un argento olimpico, quattro volte oro e quattro argento mondiali), la cinese Xu Lijia (un oro e un bronzo olimpico, un oro e due argenti mondiali), la nostra Larissa Nevierov, triestina (un oro e tre argenti mondiali) e Gintare Scheidt, (un argento olimpico e un oro mondiale) il cui cognome lituano è impronunciabile, ha quindi scelto quello del marito Robert, proprio quello sopra citato, e il primogenito della coppia promette bene..
Circa 220mila esemplari dopo, il 2 febbraio 2021 una Corte di Giustizia americana ha riconosciuto in via definitiva il diritto di proprietà intellettuale e del marchio alla società di Kirby, condannando due cantieri, che non gli avevano versato le royalties per alcuni anni, al pagamento di 6 milioni di dollari. Il 18 luglio 2021 Kirby è mancato. Il 25 luglio a Enoshima le classi Laser (ci piace continuare a chiamarle così) scenderanno in acqua per la prima delle regate olimpiche.
FONTE e FOTO: Pressmare.it