Per offrirti il miglior servizio possibile questo sito utilizza cookies. Continuando la navigazione nel sito acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy. 

Domenica 9 agosto è in programma il tradizionale “Trofeo del Corallo”. E’ la prima manifestazione in Italia riservata agli armi tradizionali di vela latina – organizzata dalla Sezione di Alghero della Lega Navale Italiana, in collaborazione con il Consorzio del Porto di Alghero e con l’Associazione Aivel – in quest’anno sconvolto dal Covid. In palio il “Trofeo del Corall–Memorial Franco Gallo”.

Domenica, dopo la registrazione degli armi, alle ore 10:30 è in programma il briefing degli armatori e, alle 12, l'appuntamento in mare, con l’avviso di partenza della prima delle due prove in programma. Alle 18, spazio alla premiazione.

Riceviamo dalla sezione di Torre del Greco e pubblichiamo la storia della sezione.

 

 

Nel giugno del 1897 nasceva ufficialmente la Lega Navale Italiana, con la costituzione a La Spezia di un Comitato Centrale e l’uscita a dicembre del primo numero della sua rivista mensile illustrata. Nata da una idea del famoso “Jack la Bolina” alias Augusto Vittorio Vecchi, ufficiale di Marina e scrittore di cose marinare, la Lega Navale Italiana si proponeva “per unico scopo (…) qualsiasi misura che tenda a curare ed a migliorare le condizioni della nostra marina militare e per naturale riflesso anche quelle della marina mercantile.”, come si leggeva nella presentazione del primo numero della rivistaLega Navale Italiana Mare Nostrum”.

Due anni dopo, nel giugno del 1899 la prima Assemblea generale discute dello Statuto dell’Associazione, inserendovi anche un articolo piuttosto all’avanguardia per il tempo: l’ammissione delle donne e la loro partecipazione alle stesse condizioni dei soci maschi. Le maggiori cariche sociali e le adesioni alla nuova istituzione provengono dalla Marina Militare, dagli ambienti politici e dall’élite della società del tempo. In quella prima fase la Lega Navale individuava come sua missione la propaganda patriottica a favore della Marina italiana che, a parere dei fondatori, soffriva in quel momento storico di scarso prestigio tra le potenze marittime del Mediterraneo.

Era dunque ovvio che i fondatori cercassero, e trovassero, il sostegno di personaggi influenti in campo politico e militare. Tra le prime adesioni si distinsero i principi di Casa Reale e politici di alto rango come il Ministro della Marina Benedetto Brin e Giovanni Bettolo, che in futuro avrebbe assunto la stessa carica, o Luigi Pelloux che di lì a poco sarebbe stato nominato Presidente del Consiglio.

Nel febbraio 1907 La Lega Navale Italiana venne eretta con regio decreto ad Ente Morale e nel dicembre dello stesso anno anche Torre del Greco ebbe la sua sezione, grazie al vasto consenso ed alle molte adesioni raccolte da chi aveva lanciato la proposta qualche mese addietro, come si deduce dal trafiletto pubblicato sulla rivista della Lega Navale nel settembre 1907, nella rubrica “Appunti di lettura e Notizie”.

 “A Torre del Greco si sta istituendo una nuova sezione della Lega Navale per iniziativa di alcuni ferventi apostoli dell’idea navale italiana: il dott. Prof. G. Villone, il sig. L. Sorrentino, l’avv. F. P. Buoninconti, ecc., ecc.
Il sig. L. Sorrentino, direttore-proprietario del locale periodico La Torre, ha pubblicato in proposito, nel suo giornale del 4 settembre, un assennato ed elevato articolo, in cui dimostra di quali grandi vantaggi morali e materiali sarebbe feconda la creazione di una sezione della L.N.I. colà. Ci auguriamo che Torre del Greco, città marittima e industriale di belle ed onorate tradizioni, sappia intendere la voce diquesti generosi, assecondarne gli sforzi, ed entrar presto nel novero delle città d’Italia che intendono la nuova missione sociale e politica del nostro Paese.”

Gli sforzi dei primi ideatori del progetto si conclusero con successo il primo dicembre 1907, con l’apertura ufficiale della sezione torrese della Lega Navale Italiana i cui soci provenivano dalla cerchia degli amministratori locali, dei professionisti, degli armatori e dei commercianti di corallo della città. La sede fu fissata in Piazza Santa Croce presso il “Circolo Pro Torre”, che si era attivamente adoperato col comitato promotore per la nascita della associazione.  La cerimonia inaugurale si svolse con una conferenza tenuta nella Sala Consiliare del Palazzo Municipale dal professor Enrico Cocchia dell’Università di Napoli e attivo nella Lega Navale partenopea. Ancora una volta, per un resoconto dell’evento, ci soccorre la rivista “Lega Navale Mare Nostrum” con due articoli pubblicati sul numero del febbraio 1908 alle pagine 9 e 12, di cui si trascrivono le parti più significative.

Il primo (pag. 12) è tratto da “Cronaca delle Sezioni” e il suo stile sembra suggerirne la provenienza dal periodico “La Torre”.

Domenica 1° dicembre, nella Sala Comunale sfarzosamente addobbata a cura dei componenti il comitato promotore e del Circolo Pro-Torre fu tenuta l’annunziata conferenza dell’illustre professore Enrico Cocchia della R. Università di Napoli sulle idealità e finalità della Lega Navale di cui si istituisce a Torre una sezione. L’insigne uomo (…) fu ricevuto a piè dello scalone del palazzo comunale dall’avv. Nicola de Dilectis presidente del comitato promotore e del Circolo Pro-Torre e da lui fu presentato ai numerosi intervenuti. Fra questi notammo: il cav. Bartolomeo Mazza pel Sindaco; gli assessori Albanese, Pantaleo, Capriola e Vitelli; Mazza consigliere provinciale; i consiglieri comunale Giglio, M. Polese, cav. uff. Beneduce; il pretore De Filippis, il colonnello dott. Cervasio, il rappresentante la Capitaneria di Porto, il cav. Prof. Taverna, l’avv. P. Palomba, l’avvocato Federico di Martino, il nostro direttore Sorrentino, il signor Rinaldi con la sua elegantissima signora, i signori Lullo, G. Mazza, Palmerino Loffredo, Antonio Loffredo, Luigi Manguso con i figli Luigi e Francesco, il comandante delle guardie municipali Perriccioli, il dottor Matteo Cervasio, quasi tutti i componenti del Circolo Flavio Gioia, i rappresentanti dei Circoli «Liberale» e «Indipendente». I componenti del Circolo Pro-Torre erano al completo (…).

Si passò quindi nella sala consigliare già gremita di scelto pubblico. Prese per primo la parola il Presidente del Comitato, avv. De Dilectis, il quale lesse le adesioni del cav. dott. Brancaccio e del professore Giuseppe Villone che si diceva presente con lo spirito alla bella festa non potendovi intervenire perché infermo. Presentò poi l’illustre conferenziere dicendo che tutte le cose belle sono sospinte dal plauso di tutti, e perciò la bella iniziativa del Circolo Pro-Torre, di cui egli si onora di essere il presidente, ha visto concordi le autorità tutte e sì gran numero di cittadini. Mandò un saluto al prof. Villone che è stato gran parte dell’iniziativa e diede senz’altro la parola al prof. Cocchia (…). Dopo la dotta conferenza dell’illustre uomo (v. pag. 9) si passò nei locali del Circolo Pro Torre dove fu offerto un ricevimento (…). Gli onori di casa furono fatti con perfetta signorilità dai soci tutti, fra i quali si distinsero specialmente il presidente De Dilectis ed i signori Giuseppe Di Rosa, Stefano Palomba, Dottor Giovanni Beneduce, Bernardino Sessa, Raffaele Mazza. Luigi Gentile, Silvestro Costabile.                                          

                                                          ***

Nella prima Assemblea dei soci tenutasi il giorno 19 u.s. procedutosi alle elezioni delle cariche sociali, risultarono eletti i seguenti signori: Presidente Cav. Bartolomeo Mazza; Vice-Presidenti: Avv. Nicola De Dilectis, Prof. Giuseppe Villone; Consiglieri: Cav. Prpf. Enrico Taverna, Avv. Federico De Martino, Albanese Tommaso, Loffredo Palmerino, Ascione Giovanni; Cassiere: Di Rosa Giuseppe; Segretario: De Martino Alberto; Vice-Segretario: Sessa Bernardino.”.

Enrico Cocchia, ospite d’onore della cerimonia inaugurale, era un esimio latinista e filologo ed eminente studioso del suo tempo. La sua conferenzafu riportata in sunto alla pagina 9 dello stesso numero della rivista della Lega Navale da cui è tratto l’articolo precedente.

L’oratore in un lungo preambolo ricordò il predominio che l’Italia aveva avuto sul mare al tempo delle gloriose Repubbliche Marinare e la perdita di quel primato nei secoli successivi, fino alla unificazione politica della penisola. All’alba di quella Unità Il Meridione non mostrò di avere piena consapevolezza che il suo nuovo destino si proiettava sul mare e nelle attività marinare e “lasciò inoperosa questa feconda sorgente di vita nuova”. Mentre il Nord del paese creava le sue industrie, i figli del Sud erano spinti dalla miseria verso le terre d’oltre Atlantico in cerca di fortuna, ma fu solo “esportazione di forza muscolare”, rassegnandosi alla “modesta funzione di collaboratori del lavoro straniero”.

L’Italia, continuò il conferenziere, sembrava ignara della profonda verità alla base del detto americano “chi governa le onde governa il mondo” e osservava inetta che le Marine straniere sviluppassero le loro flotte. Riportò poi le sue riflessioni al più ristretto ambito della realtà torrese: “Privi di mezzi adatti per l’esplorazione del mare, aspettiamo forse che gli stranieri vengano a sfruttare le nostre rive per la pesca del corallo e delle spugne, che l’abilità marinara di Torre del Greco strappa ancora, con difficoltà infinita ed industria primitiva al non invido scoglio delle nostre marine. Ed esercitiamo la pesca senza alcuno di quei mezzi che l’industria ha offerto all’esplorazione del fondo marino e alla conservazione dei suoi tesori. A questa iniziativa la Lega Navale offre generoso incentivo colla sua propaganda. Ma occorre che il concorso pubblico la renda efficace (…).Ora conviene che l’iniziativa municipale rivendichi a sé l’antica autonomia e si volga con coraggio a rendere efficace l’opera associata di tutti gli elementi vivi ed attivi, che son pronti ad entrare nella sfera della sua azione. Occorre però l’opera dell’individuo e quella della cooperazione collettiva a sì nobile meta. La sezione della Lega Navale di Torre del Greco ha sentito questa nuova parola di luce e di vita. E si è volta con fede ad accoglierne l’impulso suggestivo della direzione centrale. Possa un abile pilota guidarla con fortuna verso i nuovi destini, riservati a questa plaga, dove ancor vive l’incanto fascinator delle Sirene.”

Non abbiamo dati e informazioni che ci indichino per quanto tempo sia stata operante quella prima sezione torrese della Lega Navale Italiana, né quanti soci abbia raccolto o quando si sia disciolta. Ulteriori tentativi di rifondazione avvenuti negli anni Settanta del Novecento, con Presidenti Della Monica e Frulio, ebbero breve durata fino ad arrivare, nel 1995, all’apertura della attuale sezione che con le varie Presidenze, da quella di Angelo Crispiatico fino all’attuale, unisce alla pratica sportiva e diportistica la diffusione dell’amore per il mare in tutte le sue forme e attraverso le più diverse articolazioni, in piena adesione allo spirito dell’attuale Statuto.

L’AIVE, Associazione Italiana Vele d’Epoca, a causa delle direttive governative riguardanti l’epidemia di Coronavirus, ha rinviato la prevista conferenza di presentazione a Roma di sabato 7 marzo e annunciato il calendario ufficiale delle regate di vele d’epoca del 2020.

L’AIVE, Associazione Italiana Vele d’Epoca, sodalizio fondato nel 1982, ha annunciato il calendario ufficiale delle regate di vele d’epoca del 2020. Le competizioni verranno organizzate sotto l’egida dell’AIVE, che è membro del C.I.M., il Comitato Internazionale del Mediterraneo che sovrintende ed emana la normativa relativa alle regate di barche d’epoca. Diverse centinaia gli yachts d’epoca attesi sulle linee di partenza delle varie regate e ben 16 gli appuntamenti in calendario, validi ai fini dell’assegnazione dei quattro trofei stagionali messi in palio: la Coppa AIVE del Tirreno, la Coppa AIVE dell’Adriatico, il Trofeo Artiglio e la “The Olin Stephens II Centennial Cup”, Coppa offerta dalla Sparkman & Stephens Association e contesa tra gli yachts progettati dal leggendario architetto navale statunitense, scomparso nel 2008 all’età di 100 anni, muniti di certificato di stazza CIM. Saranno sostanzialmente tre le categorie nelle quali verranno suddivise le imbarcazioni partecipanti: le Epoca (varo avvenuto prima del 1950), Classiche (varo avvenuto tra il 1950 e il 1975) e Spirit of Tradition (barche di più recente costruzione realizzate su linee tradizionali). Saranno sempre 16 gli altri appuntamenti internazionali e indipendenti, dunque non validi ai fini dell’assegnazione dei trofei stagionali, che coinvolgeranno il mondo degli yachts d’epoca, distribuiti tra la Francia, la Corsica, la Spagna e un evento in Grecia sull’isola di Spetses.

Tra le riconferme in Tirreno la seconda edizione di “Ritorno in Capraia” del 12-14 giugno, che quest’anno si svolgerà su un percorso diverso da quello dell’anno passato. Riconfermata anche la terza edizione di “Le Vele d’Epoca nel Golfo” della Spezia, manifestazione che anno dopo anno si conferma come uno degli appuntamenti più attraenti per armatori ed equipaggi. La banchina del borgo ligure delle Grazie tornerà infatti ad offrire, contestualmente alle regate, eventi culturali a terra legati alle tradizioni marinare. Gli appuntamenti “Argentario Sailing Week”, “Grandi Vele Gaeta” e “Le Vele d’Epoca a Napoli” verranno svolti con cadenza settimanale in maniera consequenziale a partire dal 16 giugno e fino al 5 luglio, in una sorta di ideale discesa della flotta dalla Toscana fino in Campania. Ventiduesima edizione invece per “Le Vele d’Epoca di Imperia”, dal 10 al 13 settembre, storico appuntamento che dallo scorso anno ha riattivato la cadenza annuale. La chiusura di stagione sarà ancora una volta rappresentata dal raduno Vele Storiche Viareggio, dal 15 al 18 ottobre, anche sesta e ultima prova del Trofeo Artiglio 2020. Immutati i cinque appuntamenti dell’alto Adriatico che comporranno la Coppa AIVE dell’Adriatico, che coinvolgeranno le località di Sistiana, Venezia, Monfalcone e Trieste.

Tornano in Mediterraneo le regate di vele d’epoca. Il calendario stagionale 2020 verrà svelato ufficialmente sabato 7 marzo alle ore 17 presso il Bettoja Hotel Mediterraneo di Via Cavour 15 a Roma.  Alla presentazione potranno accedere giornalisti e operatori della stampa, armatori, velisti e appassionati del settore. L’AIVE, Associazione Italiana Vele d’Epoca (www.aive-yachts.org), introdurrà gli Yacht Club e i Club Nautici organizzatori dei vari appuntamenti. Tra la fine di aprile e ottobre saranno oltre 15 le manifestazioni in calendario, che si svolgeranno tra il Mar Tirreno e l’alto Adriatico. A questi se ne aggiungeranno altrettanti (indipendenti) in Francia, Spagna, Corsica e Grecia, organizzati sotto l’egida del C.I.M., il Comitato Internazionale del Mediterraneo che sovrintende ed emana la normativa relativa alle regate di barche d’epoca. Saranno sostanzialmente tre le categorie nelle quali verranno suddivise le imbarcazioni partecipanti: le Epoca (varo avvenuto prima del 1950), Classiche (varo avvenuto tra il 1950 e il 1975) e Spirit of Tradition (barche di più recente costruzione realizzate su linee tradizionali).  
   
Quasi tutti gli appuntamenti in calendario rappresenteranno occasione utile per accumulare punteggi per l’assegnazione dei quattro trofei stagionali messi in palio: la Coppa AIVE del Tirreno, la Coppa AIVE dell’Adriatico, il Trofeo Artiglio, composto quest’anno da sei tappe, e la “The Olin Stephens II Centennial Cup”, la Coppa offerta dalla Sparkman & Stephens Association contesa tra gli yachts progettati dal leggendario architetto navale statunitense, scomparso nel 2008 all’età di 100 anni, muniti di certificato di stazza CIM.
 
In occasione della conferenza romana il riminese Paolo Zangheri, armatore del ketch di 15 metri Coch Y Bondhu del 1936, racconterà la vittoria conseguita nel 2019 alla Panerai Transat Classique, la quadriennale regata atlantica riservata alle vele d’epoca, corsa tra Lanzarote(Canarie) e Saint Kitts (Caraibi). Il suo ketch bermudiano lungo 15 metri, con a bordo 4 persone di equipaggio, ha percorso le 3.000 miglia della regata in 18 giorni, 12 ore, 15 minuti e 38 secondi. Nonostante la parziale rottura del boma, riparato in pieno Atlantico, Coch Y Bondhu si è piazzata al terzo posto in tempo reale e prima assoluta in tempo compensato. 

Sabato 25 gennaio si è concluso a Varese “Tra Legno e Acqua”, l’annuale convegno nazionale dedicato al mondo della nautica d’epoca e tradizionale giunto nel 2020 alla settima edizione, organizzato dall’Associazione Vele d’Epoca Verbano con il contributo della Regione Lombardia. Anche quest’anno il prestigioso Palace Grand Hotel della città lombarda ha ospitato oltre 160 partecipanti provenienti da tutta Italia, tra i quali una nutrita rappresentanza della Marina Militare. Il convegno è stato preceduto nella giornata di venerdì da una tavola rotonda sul Lago Maggiore dove si è discusso di nuovi approdi per le imbarcazioni storiche. Domenica si è svolta sul Lago di Como una visita esclusiva al Piroscafo Concordia del 1926.  

Un’altra edizione di “Tra Legno e Acqua”, il Convegno Nazionale sul Recupero e la Valorizzazione delle Imbarcazioni d’Epoca e Storiche, va in archivio. Sabato 25 gennaio 2020 si è conclusa presso il Palace Grand Hotel di Varese la settima edizione di quello che in pochi anni è diventato il più importante convegno nazionale dedicato al mondo della marineria tradizionale, organizzato annualmente dall’AVEV, Associazione Vele d’Epoca Verbano, con il contributo della Regione Lombardia. A completamento di una tre giorni dedicata alla nautica vintage l’evento è stato preceduto nella giornata di venerdì 24 gennaio da una tavola rotonda aperta al pubblico tenutasi presso il Circolo Velico Medio Verbano di Cerro di Laveno, sulla sponda orientale del Lago Maggiore, dove si è discusso di potenziali approdi per le imbarcazioni storiche-tradizionali quale veicolo per nuove attrazioni turistiche. La giornata di domenica 26 gennaio invece è stata dedicata alla visita a Tavernola, sul Lago di Como, a un vero e proprio monumento della storia navale nazionale, il Piroscafo Concordia. Dopo oltre 90 anni l’unità, lunga 53 metri e varata nel 1926, naviga ancora ed effettua trasporti di linea. La manifestazione è stata resa possibile grazie al sostegno di sponsor quali: la Veleria Zaoli Sails, Cantiere Ernesto Riva, Casa Editrice Mursia, Cromatura Cassanese, Studio Giallo & Co., Agricole Gussalli Beretta. Patrocinatori del convegno sono stati l’Università degli Studi di Genova, l’Associazione Musei Marittimi del Mediterraneo, Yacht Club Italiano, FAI Fondo Ambiente Italiano, FIBaS Federazione Italiana Barche Storiche, VSV Vele Storiche Viareggio, AIVE Associazione Italiana Vele d’Epoca, ASDEC Associazione Scafi d’Epoca e Classici, Gestione Navigazione Laghi, ISTIAEN Istituto Italiano di Archeologia e Etnologia Navale. Tra gli oltre 160 partecipanti intervenuti a Varese anche una nutrita rappresentanza della Marina Militare, guidata dal Capitano di Fregata Angelo Bianchi dell’Accademia Navale di Livorno.

A testimonianza di quanto il convegno, già da diverse edizioni, stia assumendo una connotazione di carattere internazionale le relazioni tenute da Doug Leen e Jean-Philippe Mayerat. Il primo è un ex Ranger americano e veterano del Vietnam, che ha descritto il restauro del suo rimorchiatore in legno Katahdin del 1899 sul quale ha navigato in Alaska per ben 16 anni per poi fare ritorno a casa a Seattle, nello stato americano di Washington. Il maestro d’ascia svizzero Mayerat ha invece raccontato il progetto di ricostruzione della lancia a vapore di inizio Novecento Le Corsaire, da compiersi presso il suo cantiere di Rolle sul Lago di Ginevra dove ogni due anni si svolge la “Fête des canots“, raduno di piccole imbarcazioni in legno che nel 2019 ha festeggiato le trenta edizioni. Lo storico Giovanni Panella ha infine presentato due testi di nautica fuori commercio, “Pescatori e barche di Sicilia” e il manuale pratico in lingua francese “Restaurare non è riparare”. Entrambi i libri sono reperibili attraverso la Federazione Italiana Barche Storiche. Tra le novità riguardanti il Museo della Barca Lariana di Pianello Lario (CO) la digitalizzazione dell’archivio storico, la realizzazione di tavole tattili per gli ipovedenti, di corsi di vela per disabili e la costruzione di nuove passerelle aeree per la visione sopraelevata delle imbarcazioni esposte.

Se l’architetto Roberto Biscardini ha rinnovato la proposta di riaprire i 140 chilometri dei Navigli lombardi, ripristinando la navigabilità che già a fine del Trecento permise di fare arrivare a Milano i marmi per la costruzione del Duomo, il professor Claudio Bonvecchio (in teleconferenza) ha raccontato la storia fantastica e misteriosa delle polene, spesso così sensuali, altere e imperturbabili, misterioso collegamento tra la tecnica marinara e il mondo inquietante del mare. Allo storico e giornalista Bruno Cianci il compito di rendere un tributo agli yacht d’epoca persi o naufragati tra il 1885 e il 1951, descritti nella sua ultima fatica letteraria dal titolo ‘Scomparse e indimenticabili’.

Obiettivi importanti invece per la neonata FIBaS, la Federazione Italiana Barche Storiche che, come raccontato dal suo vice presidente, il toscano Roberto Giacinti, nei prossimi mesi individuerà le caratteristiche indispensabili affinchè alle barche richiedenti possa essere rilasciato un certificato attestante il possesso dei requisiti di storicità come da tempo fa ASI per le auto. Il progettista nautico milanese Paolo Lodigiani ha raccontato l’impresa compiuta a bordo del suo Bat, cutter aurico inglese del 1889 lungo appena 5,20 metri con il quale la scorsa estate ha compiuto la circumnavigazione dell’Italia da Sanremo a Trieste, percorrendo 1700 miglia di mare in 61 giorni e facendo tappa in 53 porti. Il velista Enzo Marolli ha riportato la platea al 1925, anno in cui il Cantiere Baglietto varò Ali Baba, il primo yacht italiano della classe 8 Metri Stazza Internazionale (seconda formula), restaurato recentemente dal cantiere Ernesto Riva di Como. La barca parteciperà al prossimo Campionato del Mondo di Classe che si svolgerà a Portofino nel 2021.

Rossana Paloschi Zaoli, dell’omonima famosa veleria ligure, ha raccontato la costruzione dell’intero set di 24 vele realizzate qualche anno fa, in soli 45 giorni di lavoro, per l’Amerigo Vespucci, per un totale di 2.650 metri quadrati e un peso di oltre 5.000 chilogrammi. Per confezionarle sono stati necessari 6.624 metri quadrati di tessuto di lino, oltre un chilometro e mezzo di cavo di canapa, quasi 80.000 metri di filo cerato e 236 chili di pelle di vacchetta per rifinire le ralingature. Affascinante al pari di un’investigazione la ricerca storica e le analisi dendrocronologiche, effettuate per scoprire la datazione dei legni, compiute dallo yacht designer Silverio Della Rosa sulla sua deriva Oblio di fine Ottocento. Alla ricercatrice e designer navale Claudia Tacchella il compito conclusivo di raccontare la storia dei battelli a vapore e in particolare quella del Piroscafo Concordia del 1926, ancora oggi navigante sul “ramo del lago” di manzoniana memoria, invitando tutti i partecipanti alla visita che si sarebbe svolta il giorno successivo a Tavernola, sul Lago di Como.     

Una vera attrattiva del convegno è stata l’inaugurazione della costruzione in diretta della nuova polena in legno di tiglio di Pandora, goletta a gabbiole lunga quasi 30 metri costruita in Russia in legno di pino nel 1994, di base a La Spezia. L’artista scultore valtellinese Davide Holzknecht, riprendendo le linee del modello in plastilina in scala 1:2, ha cominciato a intagliare la figura femminile che si ispira al mito greco di Pandora. La nuova polena, alta 1,40 metri e pesante un quintale, verrà installata a bordo nel corso della prossima primavera. Insieme all’artista erano presenti gli armatori di Pandora, Luca Buffo e Fanja Raffellini, che attraverso l’associazioneVela Tradizionale compiono ogni anno decine di uscite in mare con a bordo allievi desiderosi di imparare la navigazione su uno scafo tradizionale. In esposizione al Palace anche le splendide opere della pittrice acquerellista genovese Emanuela Tenti, habituè di questo genere di eventi, del milanese Sandro Feruglio, uno dei pochi che possa pregiarsi del titolo di Pittore di Marina conferitogli dalla Marina Militare, e del fotografo Marco Trainotti.     

Torna a Varese il più importante appuntamento annuale dedicato al mondo della marineria tradizionale e delle barche in legno aperto alla partecipazione di tutti. Appassionati, studiosi, rappresentanti della cantieristica, giornalisti, storici e navigatori si ritroveranno sabato 25 gennaio 2020 presso il prestigioso Palace Grand Hotel di Varese, a soli 40 minuti da Milano e a poca distanza dalla Svizzera e dai Laghi Maggiore e di Como. Qui, dalle 9 alle 18, si svolgerà la settima edizione di “Tra Legno e Acqua”, il Convegno Nazionale sul Recupero e la Valorizzazione delle Imbarcazioni d’Epoca e Storiche organizzato dall’AVEV, Associazione Vele d’Epoca Verbano, con il contributo della Regione Lombardia.

Tra le relazioni che verranno presentate in occasione del 7° Convegno di Barche d’Epoca quella su “Le polene, il sesso e il mare”, la storia delle “Acque interne e la via del Marmo”, con riferimento alla prossima riapertura dei Navigli di Milano, il libro “Scomparse e indimenticabili” dedicato alle barche a vela andate disperse tra il 1885 e il 1951, le “Gare dei rimorchiatori” e la presentazione della neonata “Federazione Italiana Barche Storiche”. Seguirà il racconto sull’impresa del piccolo “Bat 1889” che ha recentemente circumnavigato l’Italia, il restauro di “Alibabà” del 1925, il primo 8 Metri Stazza Internazionale italiano, la descrizione delle vele realizzate per l’Amerigo Vespucci, la nave scuola della Marina Militare, il restauro della deriva aurica Oblio del 1893 e la storia dei piroscafi a vapore ancora operativi sui laghi nazionali. Durante il convegno l’artista scultore valtellinese Davide Holzknecht intaglierà in diretta, con mazzuolo e scalpello, la polena in legno di tiglio della goletta Pandora, raffigurante una figura femminile ispirata al mito greco di Pandora, che verrà poi installata a bordo entro la primavera 2020.

I più letti

  • Week

  • Month

  • All