Il punto nave del Presidente (marzo-aprile)
Siamo nella fase cruciale della lotta alla pandemia e con il progredire delle vaccinazioni, pur se non è facile orientarsi nella complessità della campagna caratterizzata dalle diverse tipologie di immunizzazione risultato di tanti studi e sperimentazioni condotti in tempi ridottissimi, si comincia a vedere una luce all’orizzonte nonostante il mutare genetico del virus stia comportando una terza ondata di contagi. Ma si va comunque verso una luce di normalità fatta di caffè al bar, di teatro, di lavoro e scuola in presenza, di abbracci e di sport. In maniera differenziata per regione e per disciplina sono riprese le attività agonistiche, nazionali e internazionali come i mondiali di sci a Cortina o la Coppa America e quelle dilettantistiche, compresi ovviamente gli sport marinareschi che sono quasi tutti a connotazione individuale. E lo sport inteso come avvicinamento al mare è, assieme alla divulgazione della cultura e dell'importanza del mare, alla nautica solidale e alla protezione dell'ambiente marino, uno degli assi portanti della missione e delle attività della Lega Navale Italiana. Lo sport assume diverse sfaccettature: agonismo in particolare per i più giovani, pratica sportiva ad ogni età, possibilità di vivere il mare per tutti a prescindere da disabilità e disagi fisici e sociali. Nei miei incontri con le Sezioni, quelli che sono riuscito a realizzare a causa degli sviluppi della pandemia, il vedere barche in mare o su un lago con ragazzi e meno giovani in azione mi ha sempre dato un immediato e positivo segnale di operatività: mettere il mare al centro degli interessi del Paese. E gli sport marinareschi giocano un ruolo fondamentale in tutto questo perché attività sportiva e mare sono maestri di vita e di valori e, in alcune situazioni, portano naturalmente al trascendente e a pensieri che vanno oltre, al di là delle proprie convinzioni religiose.
Per queste ragioni quando nei primi giorni dell'anno sono venuto a conoscenza di alcune riflessioni di Papa Francesco sullo sport che un noto quotidiano sportivo* aveva raccolto in un allegato, ho acquistato il giornale. Leggendo quelle parole – chiare, forti, immediate come nello stile di Sua Santità e che si possono considerare una sorta di Enciclica Laica sullo sport – ho immediatamente potuto realizzare come esse racchiudano l’essenza della pratica dello sport come si dovrebbe svolgere nei nostri Centri Nautici Nazionali e nelle nostre Sezioni. Sette, secondo il Santo Padre, le parole chiave che caratterizzano lo sport: lealtà, impegno, sacrificio, inclusione, spirito di gruppo, ascesi e riscatto.
La lealtà ovvero il confronto senza scorciatoie e senza brogli, un confronto agonistico fatto di gesti fisici, di esperienza, di intelligenza e di iniziativa, ma anche un confronto di idee che deve essere alla base della vita delle nostre Sezioni. Più fiducia e rispetto si impongono nelle relazioni che in maniera trasparente e biunivoca si devono instaurare tra chi ricopre per delega incarichi decisionali – Presidenti, Consigli Direttivi, Collegi di controllo – e chi li ha scelti, annullando livori e litigiosità che purtroppo caratterizzano la vita di alcune strutture. L'impegno ovvero la cura del talento naturale con la formazione, l'allenamento, la fatica, la rinuncia e la formazione che nei nostri Centri Nautici deve essere di qualità per formare non solo l'atleta ma soprattutto l'uomo, il marinaio. Impegno fa il paio con sacrificio e quindi fatica resa più leggera da una motivazione convinta delle proprie scelte, del tempo sottratto in qualche caso alla famiglia o ad altri interessi, anche se sport e vita di Sezione devono comunque essere piacevoli e interessanti. Per un socio della LNI il termine inclusione fa parte del proprio DNA. In mare non si lascia indietro nessuno, come ho avuto l'onore di rappresentare a Papa Francesco in un incontro il 18 giugno 2019, quando comandavo la Squadra Navale e Sua Santità incontrò in Piazza San Pietro una rappresentanza degli Equipaggi impegnati nell’operazione Mare Sicuro. La stessa cosa per gli Equipaggi della LNI che non possono e non vogliono lasciare indietro, lontano dal mare, i diversi per abilità fisica, per colore di pelle, per ceto sociale. Lo spirito di gruppo ovvero fare squadra e soprattutto sentirsi parte di un team che funziona e dove tutti sono importanti e nessuno è indispensabile. Vale nello sport dove anche i risultati del singolo atleta sono il prodotto del lavoro del preparatore atletico, dell’allenatore, di chi mette a punto la barca e vale nella vita di tutti i giorni. Il lavoro di squadra caratterizza infatti la vita a bordo delle unità della Marina Militare, così come a bordo di quelle delIa Marina Mercantile e delle imbarcazioni da diporto. I grandi risultati sportivi, così come le imprese estreme o difficili portate a termine con successo, ad esempio in condizioni meteorologiche severe, inducono ad estraniarsi dal contingente e pensare avanti, in una sorta di ascesi, che può anche essere laica. Le sensazioni che si provano a volte alla vista di un tramonto in mare aperto o la concentrazione assoluta necessaria per superare un difficile momento sportivo caratterizzano la vita di ogni uomo e donna. E infine il riscatto, inteso come liberazione da condizioni di inferiorità o non soddisfacenti, come una vittoria con avversari sportivi sulla carta molto più forti, o da condizioni di disagio. Successi nello sport e nella vita dovuti al lavoro duro, al sudore… alla fame di vittoria.
Sport e Mare essenza, insieme allo spirito di servizio, della vita degli uomini e delle donne della Lega Navale Italiana che mettono il “mare al centro” dei propri interessi e dei propri sogni.
*La Gazzetta dello Sport