A più di 100 anni dall’affondamento, è stato rinvenuto nel mar dell’Antartide il relitto dell'Endurance, la famosissima nave dell'esploratore Ernest Shackleton, che riuscì a portare in salvo il suo equipaggio nonostante il tragico naufragio.
Il ritrovamento
La nave – come riportato dal New York Times - si trova sul fondo del mare Weddell, a Est dell'Antartide, a oltre 3 chilometri di profondità nelle acque più fredde del pianeta. I droni sottomarini che l’hanno individuata, proprio nelle acque dove naufragò nel 1915, stavano esplorando la zona circostante.
Secondo gli scienziati, l'assenza di organismi che si nutrono del legno e le temperature basse del fondale hanno preservato ottimamente il relitto. Il nome dell'imbarcazione è, infatti, ancora ben visibile, così come alcuni particolari della nave.
CLICCA QUI PER LE FOTO ED IL VIDEO DEL RITROVAMENTO
La storia
Shackleton partì con un equipaggio di 27 persone sull'Endurance dall'Inghilterra nel 1914, per attraversare l'Antartide per primo, in piena età eroica dell'esplorazione del Polo Sud. La spedizione era stata preceduta da quelle del norvegese Roald Amundsen, che nel 1911 fu il primo a raggiungere il polo, e di Robert Falcon Scott, che però morì dopo esserci arrivato. Shackleton non riuscì ad arrivare al Polo, ma riuscì a salvare tutto il suo equipaggio, diventando un eroe in patria.
La Lega Navale Italiana, sempre in prima linea nel promuovere i valori della marineria, si compiace del ritrovamento dell’Endurance, che ha subito richiamato alla memoria la spedizione italiana in Antartide – nel luglio 1973 – del motoveliero San Giuseppe Due, recante il guidone LNI.
FOTO IN COPERTINA: Consegna da parte del C.te Giovanni Ajmone Cat, del guidone della Lega Navale Italiana al responsabile della base della Brithish Antarctic Survey di Argentine Islands (Lat. 65° 15’ S. Long. 64° 16’ W)