In questi giorni di quarantena, in accordo alle disposizioni governative per contrastare la diffusione del COVID-19, sono in molti a chiedersi: “ma posso uscire in barca da solo?”. La risposta è no, e a rispondere è il Ministero dei Trasporti, che dopo l’uscita del DPCM del 9 marzo ha informato le Capitanerie di Porto che a loro volta le hanno comunicate ai circoli nautici, associazioni e porti turistici.
La Direzione Marittima di Bari in una nota ha spiegato che: «L’uscita in mare richiederebbe inevitabilmente lo spostamento, anche se nel solo ambito cittadino, per il raggiungimento del mezzo navale, e ciò comporterebbe la violazione del DPCM, in quanto tale spostamento non sarebbe giustificato da esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute».
Una delle eccezioni è per chi vive sulla propria imbarcazione. Il Mit, infatti, dice che il problema non è tanto l’uscita in mare, ma lo spostamento da casa al porticciolo in cui è ormeggiata la barca, che non sarebbe giustificato. Ma attenzione, che vive a bordo della propria barca dev’essere in grado di documentarlo, o andrebbe ad infrangere le disposizioni governative.
Un’altra eccezione è per chi lavora a bordo di un’imbarcazione, come ad esempio il comandante e gli altri marittimi che avevano in programma il trasferimento della loro imbarcazione, magari per un lavoro in bacino. In questo caso è possibile recarsi a bordo (e uscire in mare) dato che viene rispettato il principio delle esigenze lavorative.